Pessime condizioni igieniche, malnutrizione, sovraffollamento, torture e abusi fanno entrare queste 10 prigioni nell’elenco delle peggiori carceri del mondo.
Ecco una lista di 10 fra le peggiori carceri del mondo:
1. LA MODELO – COLOMBIA: ciò che rende questo carcere uno fra i peggiori non è solo il noto traffico di armi e stupefacenti, ma il tipo di società che si è formata all’interno di essa: una società specchio della realtà esterna.
I reparti del penitenziario sono organizzati secondo un modello di comunità di appartenenza: l’ala nord è popolata dai militanti di estrema sinistra, l’ala sud è popolata dalle milizie paramilitari di destra e la sezione centrale da narcotrafficanti, boss e altri criminali. Ognuno ha la sua area di controllo e una sua organizzazione interna.
Inoltre, la prigione La Modelo ha una percentuale di sovrappopolamento del 50% e conta circa 11.000 detenuti.
Ciò che però ha portato sotto i riflettori questa prigione è stato il ritrovamento, nel 2016, di resti di oltre 100 corpi nel sistema fognario del carcere. Fra questi erano presenti non solo detenuti ma anche cadaveri di visitatori.
2. RIKERS ISLAND – USA: il complesso di Rikers Island deve la sua fama ai molteplici casi giornalistici e giuridici che negli anni hanno denunciato la violenza presente al suo interno.
Rikers Island è considerata una delle prigioni più severe degli Stati Uniti, questa severità sfocia però spesso in abusi a livello fisico e mentale da parte delle guardie. Testimonianze riportano non solo racconti di guardie che picchiano a morte detenuti ma anche guardie che istigano risse e lotte fra gli stessi.
Un altro fattore che rende questa prigione una delle peggiori è l’uso smoderato dell’isolamento, dove i detenuti sono rinchiusi per settimane o mesi compromettendo fortemente la loro salute psicologica.
A causa di inchieste e cause giudiziarie che hanno portato alla luce le violenze e le ingiustizie all’interno del carcere, il consiglio della città di New York ha ordinato la sua chiusura entro il 2026.
3. DIYABAKIR – TURCHIA: Diyabakir, in Turchia, è considerata il penitenziario con più violazioni dei diritti umani per carcerato.
La prigione è nota per i trattamenti disumani verso i detenuti, che spesso preferiscono togliersi la vita che continuare a vivere in quelle celle.
Carcerati e visitatori sono testimoni di abusi e violenze: questi ultimi decidono di non denunciare i fatti per tutelare i propri cari all’interno della prigione, mentre i carcerati organizzano spesso scioperi della fame e proteste purtroppo inconcludenti.
Anche qui sono presenti gravi mancanze a livello igienico-sanitario, ma ciò che rende questa prigione una delle più crudeli è l’incarcerazione di bambini che spesso vengono condannati anche all’ergastolo.
4. ADX-FLORENCE SUPERMAX FACILITY – USA: l’ADX-Florence in Colorado è il carcere di massima sicurezza per eccellenza, dove vengono incarcerati tutti i criminali macchiati dei crimini più gravi come terrorismo e omicidio molteplice.
Per la sua posizione e impenetrabilità, la prigione è stata soprannominata Alcatraz of the Rockies. I prigionieri sono costretti in una cella per ventitré ore al giorno e l’unico contatto che hanno con l’esterno è una minuscola finestra da cui riesce ad entrare della luce naturale.
Ai detenuti non è permesso avere contatti fra di loro e viene fatto in modo che non sappiano mai dove si trovano all’interno della struttura per evitare che possano cercare di evadere.
Questo tipo di carcere è stato progettato in modo da mettere una forte pressione psicologica sui detenuti, che spesso arrivano a deliri e atti di violenza contro se stessi, a volte fatali.
5. KAMITI – KENYA: il Kamiti Maximum Prison Remand Block è un carcere per detenuti in attesa di giudizio, a Nairobi, in Kenya.
Anche se non si hanno fonti ufficiali sugli abusi e le torture che avvengono in questo carcere, le testimonianze riportate portano alla luce terribili particolari.
Nel penitenziario si trovano ammassati 7-8 prigionieri per ogni cella, in spazi così ristretti da dover dormire a terra, sul fianco, tutti girati dallo stesso lato. A peggiorare la situazione del sovraffollamento sono gli insufficienti sistemi di ventilazione presenti nella struttura.
Inoltre, testimoni riportano la presenza di episodi giornalieri di violenza e abusi che si vanno ad aggiungere alle molteplici malattie come il colera e ulcere dovute alla malnutrizione e alla mancanza d’igiene.
6. PETAK ISLAND – RUSSIA: anche conosciuta come ‘Black Dolphin‘ (Delfino nero) – nome dovuto alla statua all’ingresso – la prigione di Petak Island è considerata uno dei più sicuri carceri della Russia. Qui vengono incarcerati solo coloro con sentenze di ergastolo o che si sono macchiati di crimini come omicidio, cannibalismo, terrorismo e pedofilia.
I detenuti sono costretti per quasi ventiquattro ore al giorno all’interno di piccolissime celle doppiamente barricate e sono loro concessi solo 90 minuti d’aria, anche questi però passati dentro una cella.
Come negli altri carceri di massima sicurezza visti fin qui, l’obiettivo è quello di de-umanizzare il carcerato, non permettendogli nessun contatto con la realtà esterna. Nella cella non sono presenti finestre e i detenuti possono ricevere solo due visitatori l’anno.
Con solo 500 detenuti e l’ammontare totale degli omicidi da loro commessi a 3.500, per una media di cinque per prigioniero, Black Dolphin è da considerare una delle peggiori carceri del mondo.
7. GITARAMA – RWANDA: il problema principale della prigione Gitarama, a Sud-est di Kigali, è il sovraffollamento. Costruita per ospitare 500 persone, è diventata ora la ‘casa’ di più di 7.000.
Lo spazio è così ristretto ed il numero di detenuti così ampio che si trovano tutti costretti nel cortile esterno, senza nessun tipo di riparo dalle intemperie, a stare in piedi per ore e ore in mezzo allo sporco e al fango. A causa di questo, molti prigionieri sviluppano infezioni e cancrene, che portano all’amputazione di dita, piedi o gambe.
Date queste condizioni igienico-sanitarie, molti detenuti sviluppano malattie come dissenteria e polmonite o infezioni dovute alla trascuratezza di ferite aperte.
La mortalità stimata della prigione di Gitarama avanza ad un ritmo di 5-10 morti al giorno.
8. CARCERE STATALE DELLA LOUISIANA – USA: il carcere statale della Louisiana, chiamato anche Angola State Prison, deve il suo nome agli schiavi angolani che un tempo lavoravano nei campi che circondano la prigione.
Questo sfruttamento della manodopera, purtroppo, non si è ancora estinto. Ancora oggi, infatti, i detenuti sono costretti a lavorare nei campi, seguendo dei ritmi di lavoro estenuanti e senza nessuna accortezza per il loro stato di salute.
L’Angola State Prison è infatti conosciuta per la trascuratezza in ambito sanitario. A molti detenuti viene negata l’assistenza medica necessaria e negli anni, per economizzare, si dice che il carcere abbia assunto medici la cui licenza medica era stata sospesa.
Questo, e i continui episodi di violenza e abuso di potere da parte delle guardie, rendono il carcere statale della Louisiana uno dei peggiori del pianeta.
9. BANG KWANG PRISON – THAILANDIA: negli anni ’30, la prigione di Bang Kwang nasce con l’obiettivo di ospitare detenuti con una condanna di venticinque anni o superiore. La prigione – nota in oriente come ‘Big Tiger‘, per la sua tendenza di ‘mangiare’ e perseguitare i prigionieri – ha una capienza di 3.500 ma oggi è abitata da oltre 7.000 persone.
Una volta entrati nella struttura, i prigionieri sono costretti ad indossare delle catene ai piedi per i primi tre mesi di permanenza. Questo non solo per ridurre la possibilità di movimento, ma anche per minarli a livello psicologico.
Nella Big Tiger, oltre alle pessime condizioni sanitarie che portano a continue infestazioni di insetti e ratti, e alla costante violenza utilizzata sia dalle guardie che dai detenuti, un problema significativo è quello del cibo.
Ai detenuti spettano solamente una ciotola di riso e verdure, il resto va comprato allo spaccio. Per questo all’interno del carcere si è venuta a creare una sorta di gerarchia di potere dominata dal denaro: i più ricchi impiegano i più poveri come servi in cambio di cibo o altre merci.
10. CAMP 22 – COREA DEL NORD: il Camp 22 si trova nella città di Heoryong. E’ entrato in attività nel 1965 ed è contato come uno tra i 30 presunti campi di concentramento presenti nel paese. Questi campi sono nati con lo scopo di rinchiudere i nemici politici e le loro famiglie.
Dalle testimonianze riportate, i detenuti erano costretti a lunghissimi turni di lavori forzati nei campi e nelle miniere, sostentati da pasti saltuari e scarsi. Le condizioni sanitarie erano pessime e una volta entrati era quasi impossibile uscirne vivi.
Altri testimoni sostengono anche che, oltre alle torture e alle violenze subite, alcuni detenuti erano usati come cavie umane per esperimenti scientifici condotti dai medici del campo. Si parla anche della presenza di camere a gas.
Queste informazioni, però, non sono mai state accertate. Dopo la scoperta del campo nel 2011 tramite immagini satellitari, questo è stato chiuso e raso al suolo per ordine del governo.
Fonte: scambieuropei.info