
Di Leo Beneduci_ Il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove continua a sbandierare con toni trionfalistici l’arrivo di 3.246 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria, presentandolo come un risultato storico che risolverà tutti i problemi del sistema carcerario italiano. La realtà, però, è ben diversa e i numeri parlano chiaro. Innanzitutto, come dimostrano tutte le precedenti tornate di reclutamento, almeno 600 di questi nuovi agenti maschili (speriamo non siano di più) non supereranno le selezioni o non completeranno mai l’iter formativo: si dimetteranno quasi subito, ovvero una volta constate le condizioni del servizio nel primo on the job utile riducendo il contingente effettivo a circa 2.500 unità. Ma c’è di più: queste 2.500 unità non andranno a potenziare gli organici esistenti, ma saranno completamente assorbite dai nuovi servizi che le menti ingegnose del DAP stanno creando senza alcuna considerazione per la realtà operativa degli istituti. Vediamo nel dettaglio dove finiranno questi agenti mentre il DAP se ne frega delle reali necessità del sistema: il collegamento tra sala situazioni e sale regia, con turni di 2 ore h/24 per tutte le 190 carceri, richiederà da solo circa 1.100 unità aggiuntive di personale. Le famigerate “stanze dell’amore”, che il DAP sta tentando di implementare in almeno 3 carceri per regione (circa 50 istituti sul territorio nazionale), barcamenandosi tra silenzi assordanti e inadempienze palesi, fingendo che il problema organizzativo semplicemente non esista, assorbiranno altre 400 unità. Il potenziamento dei nuclei cinofili con indirizzo anti-tossicodipendenza, che prima o poi dovrà essere attuato volenti o nolenti, richiederà l’impiego di almeno altre 200 unità. I vari gruppi operativi come GIO, GIR (e forse anche GIM GRUPPO ISTRUZIONE MESSICANA ) comporteranno l’utilizzo di ulteriori 400 unità. L’apertura dei nuovi padiglioni aggiuntivi agli attuali, con una media di almeno 30 unità per struttura, richiederà altre 450 unità. Facciamo due semplici conti: 1.100 + 400 + 200 + 400 + 450 = 2.550 unità. Praticamente l’intero contingente delle nuove assunzioni sarà completamente assorbito da questi nuovi servizi, senza alcun beneficio per le attuali carenze di organico che affliggono gli istituti. Ha voglia Andrea Delmastro Delle Vedove di “proclamare” la grande vittoria del concorso da 3.246 posti, quando in realtà questo contingente non servirà a compensare i pensionamenti e le dimissioni previste tra chi oggi è ancora e per poco presente. La verità è che, ancora una volta, ci troviamo di fronte a un’operazione di pura facciata che non risolverà in alcun modo le reali problematiche degli istituti penitenziari. Mentre i vertici si pavoneggiano con numeri roboanti, il personale in prima linea continuerà a sostenere turni massacranti, a rinunciare a riposi e ferie, a sacrificare la propria salute fisica e psicologica per garantire, nonostante tutto, la sicurezza degli istituti. Questa è la matematica che Delmastro Delle Vedove non racconta. Questi sono i numeri reali che dovrebbero far riflettere chi ha veramente a cuore le sorti della Polizia Penitenziaria. La domanda finale è se, alle attuali condizioni, tra chi sbandiera risultati inesistenti e chi di fatto (soprattutto tra chi siede in Parlamento nonché tra gli scranni del Governo) non ritiene che l’attuale sfascio penitenziario costituisca un reale problema di portata nazionale, per cambiare veramente qualcosa non serva soltanto che nelle carceri si consumi qualche evento di natura talmente drammatica da non poter essere nè sottaciuto nè ignorato.
Auguriamoci che non sia così anche se, purtroppo, ci stiamo arrivando….
Un abbraccio come mille abbracci.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP