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Accadde oggi 21 marzo 1963: chiude il carcere di Alcatraz. Piccola isola nella Baia di San Francisco in California, Alcatraz è famosa perché per anni è stata la sede dell’omonimo carcere federale. Conosciuta anche come The Rock (letteralmente “La Roccia”), l’isola di Alcatraz nella storia ha ospitato il primo faro costruito nel Pacifico (1854), per poi essere adibita a usi detentivi a partire dal 1909.
Il famigerato carcere di massima sicurezza però venne costruito solo nel 1934. Il carcere di Alcatraz deve la sua fama all’estrema rigidità del trattamento a cui erano sottoposti i detenuti: se colpevoli di mancanze disciplinari questi lasciavano le loro celle (singole e di dimensioni minime) per trascorrere un periodo variabile in isolamento, al buio e al freddo.
Al Capone e la prigione di Alcatraz
Piuttosto lontana dalla terra ferma e battuta dalle forti correnti della Baia, la prigione di Alcatraz era il destino ultimo di criminali considerati particolarmente pericolosi o che avevano tentato la fuga da altre prigioni; tra questi, il più famoso fu senza dubbio il gangster Al Capone. Si pensava infatti che fosse impossibile abbandonare l’isola di Alcatraz.
Le evasioni da Alcatraz e la chiusura del carcere
Tuttavia, nei ventinove anni di attività del carcere di Alcatraz furono diversi i tentativi di evasione messi in atto, anche se con scarso esito. Probabilmente il più famoso è stato quello di Morris e i fratelli Anglin (1962). Seppure il mistero sulla loro sorte sia rimasto totale (annegati nel Pacifico o fuggiti all’estero), quel che è certo è che i tre riuscirono a beffare la sicurezza riuscendo a oltrepassare i muri della celebre “Fortezza”. Nel 1963 il penitenziario venne chiuso a causa degli ingenti costi di manutenzione e gestione; dieci anni più tardi è stato aperto al pubblico come attrazione turistica. Alcatraz nella cultura di massa: celebre il film “Fuga da Alcatraz” diretto da Don Sigel con attore protagonista Clint Eastwood.
Il tentativo di fuga da Alcatraz è stata una delle evasioni più famose della storia… Ma cosa accadde esattamente la notte dell’11 giugno 1962?
L’11 giugno 1962 Frank Morris e la sua banda scapparono da Alcatraz, abbandonando il carcere di massima sicurezza senza lasciare traccia. La storia è conosciuta grazie al film “Fuga da Alcatraz” con protagonista Clint Eastwood e girato proprio nella prigione 43 anni fa. Ma cosa accadde in realtà quella notte? E riuscirono davvero a scappare?
Il carcere di Alcatraz
All’epoca della sua costruzione, quello di Alcatraz era il carcere di massima sicurezza per eccellenza. Si trovava su un’isola a circa 2 km dalla città di San Francisco, nell’omonima baia. Per raggiungerla a nuoto sarebbe stato necessario attraversare acque gelide e forti correnti – anche se non era solo questo a renderla una struttura così sicura. L’edificio aveva ad esempio sbarre d’acciaio più resistenti rispetto a quelle delle altre prigioni, i muri erano di cemento armato e tutta la struttura era estremamente sorvegliata, sia all’interno che all’esterno. Inoltre il regolamento era estremamente rigido e prevedeva fino a 12 controlli giornalieri dei detenuti.
Il protagonista della storia è Frank Lee Morris, nato il 1° settembre del 1962 e arrivato ad Alcatraz nel 1960 dopo una lunga serie di reati compiuti negli anni precedenti. Una volta arrivato alla struttura strinse amicizia con Clarence e John Anglin, altri due criminali che aveva già conosciuto nel carcere di Atlanta. Il trio aveva già tentato la fuga da precedenti strutture e, quindi, si chiesero perché non fare la stessa cosa anche qui, ad Alcatraz. Per poter attuare il piano avevano però bisogno di un quarto uomo, Allen West, un dirottatore di aerei che si dimostrò presto interessato a far parte della banda.
Per fuggire, il gruppo di fuggiaschi avrebbe dovuto scavare un buco sulla parete posteriore della propria cella per finire nel corridoio di servizio che si trovava lì dietro. Serviva anche qualcosa per tappare il buco nel muro e una soluzione per far sì che le guardie non si accorgessero della loro assenza durante la fuga – come ad esempio dei fantocci di cartapesta. Dopo aver abbandonato le celle avrebbero dovuto raggiungere il tetto, evitando di essere visti dalle guardie, e arrivare alla spiaggia. Da qui serviva un mezzo per abbandonare l’isola e raggiungere la costa. Lì avrebbero poi rubato auto, vestiti, e sarebbero scappati lontano, sperando di non essere mai più trovati.
Che fine hanno fatto i fuggitivi di Alcatraz?
Il piano andò a gonfie vele per tutti tranne che per West, il quale non riuscì ad uscire dalla propria cella in tempo e si trovò costretto a restare ad Alcatraz. Gli altri tre lasciarono l’isola a bordo del canotto che avevano costruito a partire da pezzi di impermeabile incollati tra loro: da quel momento in poi si persero completamente le loro tracce. Le indagini dell’FBI non riuscirono mai a trovare prove schiaccianti per confermare o smentire il loro arrivo a terra e quindi, dopo 17 anni di indagini, il caso venne chiuso per presunto annegamento dei tre fuggitivi. Nel corso degli anni emersero diverse altre prove che, secondo alcuni, testimonierebbero la riuscita del loro piano, ma al momento la versione ufficiale resta quella della morte in mare.
Perché Alcatraz è stato chiuso?
La chiusura di Alcatraz è, almeno in parte, legata alla fuga della banda di Morris ma non si tratta dell’unica causa. La principale motivazione è infatti legata al costo di gestione della struttura che, all’epoca, era nettamente più alto di quello delle altre prigioni statunitensi. Questo non dipendeva solo dall’alto numero di guardie presenti ma anche dal continuo approvvigionamento di viveri via nave – l’unico mezzo utilizzabile, trattandosi di un’isola. Il carcere chiuse quindi i battenti il 21 marzo 1963, riaprendo poi nel 1972 come museo aperto al pubblico.
Fonti: tag24.it – geopop.it