Questa volta – spiegano gli avvocati penalisti – il virus “non solo è entrato in carcere, ma si sta pure diffondendo in modo spaventoso”. Purtroppo però la situazione di “sovraffollamento di per sé grave non consente ovviamente di disporre di spazi adeguati per tutti gli isolamenti necessari soprattutto in Lombardia, che è la regione maggiormente colpita dal virus (basti pensare che i 6.156 posti ufficialmente disponibili vanno distribuiti in sole 4324 celle)”.
Il quadro descritto è drammatico e, come mettono in luce i legali, rende “necessaria l’introduzione di misure urgenti per alleggerire le condizioni di sovraffollamento all’interno degli istituti penitenziari”. Al momento invece, aggiunge la Camera penale, resta costante “il flusso in ingresso di persone provenienti dalla libertà a seguito di arresti sul territorio, ma anche (troppo spesso) a seguito dell’emissione di ordini di carcerazione per condanne diventate definitive per reati commessi (nella maggior parte dei casi) anni prima”.