Ancora Detenuti in Protesta al Pagliarelli: Tre Reclusi Sul Tetto per una Notte Intera per Chiedere il Trasferimento

È stata una notte di alta tensione quella vissuta dagli Agenti della Polizia Penitenziaria del Carcere Pagliarelli di Palermo, teatro di un’altra clamorosa protesta. Ieri, intorno all’ora di pranzo, tre detenuti, “esasperati dalla loro permanenza nel penitenziario”, sono saliti sul tetto della struttura per manifestare la loro richiesta di trasferimento. La protesta si è protratta per ore, con i detenuti che hanno rifiutato di scendere fino a poco fa, mantenendo alta la tensione per tutta la notte. Questa non è la prima volta che il Carcere Pagliarelli si trova a gestire situazioni simili. Nei giorni scorsi, infatti, un’altra rivolta aveva coinvolto una cinquantina di reclusi, creando un clima di forte instabilità all’interno della struttura. I tre detenuti protagonisti dell’ultima protesta, apparterrebbero allo stesso reparto in cui, di recente, erano state condotte perquisizioni mirate alla ricerca di telefoni cellulari, con conseguenti attriti tra il Personale di Polizia Penitenziaria ed i reclusi. L’intervento tempestivo e la gestione della situazione da parte della Polizia Penitenziaria sono stati fondamentali per evitare il degenerare della protesta. Nonostante la complessità della situazione, gli Agenti sono riusciti a mantenere l’ordine, scongiurando il rischio di escalation. Ora, la posizione dei detenuti che hanno partecipato alla rivolta sarà attentamente valutata dalla Procura, che aprirà un’indagine per stabilire eventuali responsabilità penali. L‘OSAPP, il sindacato della Polizia Penitenziaria, ha voluto esprimere il proprio elogio agli Agenti intervenuti, sottolineando il grande senso del dovere e la professionalità dimostrati in un contesto così delicato. “In un momento di grande difficoltà come quello attuale, il Personale del Pagliarelli ha saputo gestire con fermezza e umanità una situazione estremamente critica”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’OSAPP Leo Beneduci – “È importante che il loro operato venga riconosciuto ed apprezzato dall’amministrazione penitenziaria centrale e periferica, soprattutto in un periodo in cui le condizioni lavorative risultano essere sempre più rischiose e difficili”.

Redazione OSAPPOGGI.it

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