Ancora prosegue, a quanto mi dicono, la campagna mediatica di Massimo Giletti su “La7” sulla vecchia storia dei 5 Poliziotti Penitenziari che, mesi or sono, avevano suonato a Napoli al matrimonio di un cantante neo-melodico con la vedova di un boss della Camorra. Sarebbe questa la “grande” non-notizia sulla Polizia Penitenziaria di questi giorni, su cui quell’emittente televisiva sta mettendo in campo tutta la propria “potenza” mediatica.
Anzi no, a parte i 5 musicisti, il problema sono i sindacati che si dissociano e/o che non si dissociano
In particolare l’O.S.A.P.P. che non avrebbe mai “accettato” con e secondo Giletti, di disapprovare il fatto ed esprimere la propria esecrazione nei confronti dei 5 Poliziotti Penitenziari (perché tali sono) che hanno suonato e chissà cosa altro ancora…per la Camorra.
Ma io dico: non avevamo fatto discorsi seri fino ad oggi?
I Poliziotti Penitenziari della Banda Musicale sono e restano ancora sospesi dal servizio, l’Amministrazione ha agito in questo modo secondo le regole vigenti e non abbiamo null’altro da aggiungere, tutto qui, né per difendere né per condannare.
Il secondo lavoro non va fatto nelle Forze di Polizia e non vanno trovate/cercate, volontariamente o involontariamente che sia, condizioni che gettino discredito sull’immagine del Corpo e questo è pacifico, ma poi è questo il problema di questi mesi?
Ovvero il problema di questi mesi è che i Colleghi della Polizia Penitenziaria sono “corrotti” e “corrotti” sono i Sindacati che li difendono o che non li condannano duramente con pubbliche dichiarazioni?
Magari perché ce lo chiede in trasmissione Massimo Giletti che sennò grida allo scandalo in TV?
Ma non avevamo discorsi seri fino ad oggi?
Certo NOI dell’O.S.A.P.P. sosteniamo che i Poliziotti Penitenziari vanno difesi SEMPRE e, si badi bene, difesi secondo regole e norme vigenti, nelle sedi opportune e questo, secondo Noi, non è approvare o chiudere gli occhi su ciò che è illegale o illegittimo, ma è semplicemente pretendere GIUSTIZIA per la Polizia Penitenziaria.
Perché, abbiamo la netta impressione che GIUSTIZIA e LEGALITÀ alla Polizia Penitenziaria non le voglia dare più nessuno.
Lo avevamo detto: lo strapotere dei garanti, l’impunità dei detenuti e centinaia di insulti e aggressioni.
A Torino ne hanno indagati 17 di Poliziotti Penitenziari – anzi 19 – a Milano 11, non sappiamo con certezza quanti a San Gimignano, poi ci dicono che potrebbero esserci Napoli e Palermo.
I Poliziotti Penitenziari, ci raccontano, hanno “paura” di andare in servizio e fare il proprio dovere fino in fondo che, per chi non lo sapesse, è tutelare gli interessi dello Stato e della Collettività anche in carcere.
E noi dovremmo alzare scudi o gridare allo scandalo nazionale per la storia della banda di 7 mesi fa?
Ma non avevamo fatto discorsi seri fino ad oggi?
NOI dell’O.S.A.P.P. sosteniamo che i Poliziotti Penitenziari vadano difesi e non denigrati SEMPRE, soprattutto perché riteniamo e purtroppo vediamo che se non lo facciamo NOI non lo fa più nessuno.
Nessuna dichiarazione ufficiale, nessun appello alla compattezza, allo spirito di sacrificio ed al senso del dovere dei Poliziotti Penitenziari, né dal Ministro Bonafede né dal Capo del D.A.P. Basentini, dopo gli arresti e le continue campagne di stampa, come se il Corpo non ci fosse (o non ci fossero loro per il Corpo).
Qualcuno la volta scorsa ha scritto sui giornali che Beneduci aveva attaccato Giletti ma non era vero; nel mio assolutamente piccolo e del tutto insignificante ruolo di rappresentante, avevo solo scritto che Massimo Giletti è un ottimo giornalista ed avevo sostenuto, in sintesi, che forse e se vuole parlare veramente e opportunamente del Corpo, dovrebbe guardare le cose in maniera più “ampia”, invece che ai 5 della Banda Musicale.
Non sembra che sia servito, anzi adesso il problema sarebbe anche l’O.S.A.P.P. che non si adegua né si dissocia, benché Noi avessimo cercato e cerchiamo ancora di fare discorsi SERI.
Anche questa volta avevo fatto conoscere preventivamente la mia diretta volontà di partecipare e di parlare in trasmissione, avevo dato il mio numero di telefono personale, che in questo momento è 3921619669, in quanto le posizioni del Sindacato e le condizioni del Corpo, probabilmente, le posso esprimere con maggiore conoscenza di altri.
Nessuno mi ha cercato e va nuovamente bene cosi, anche se non per le migliaia e migliaia di donne e uomini che in questo momento rischiano, ogni giorno, la propria incolumità personale e non solo, in carcere.
Un Abbraccio a tantissimi ma non a tutti.
LEO BENEDUCI