La decisione è stata comunicata nella serata di giovedì 21 gennaio e subito il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha condiviso la notizia sul suo profilo Twitter commentando: “É ciò che gli avevamo chiesto insieme alla direttrice del carcere di Bergamo e alla garante dei detenuti. Felice che ci abbia ascoltato”.
Nella lettera del 13 gennaio a firma di Gori, della direttrice del carcere di Bergamo Teresa Mazzotta e della Garante dei diritti dei detenuti di Bergamo Valentina Lanfranchila, infatti, vi era la richiesta di includere con urgenza i detenuti e il personale carcerario, al momento ancora esclusi, nella lista dei destinatari di vaccino covid19.
Dopo l’iniziale mancata risposta di Arcuri che Gori aveva raccontato nella puntata radiofonica di Radio Radicale del 19 gennaio, ora una decisione è stata presa.
Una scelta forte e importante per le case circondariali italiane dove i contagi da covid non si arrestano: in base agli ultimi dati del 14 gennaio si contano 718 positivi, 640 agenti e 61 operatori contagiati, per un totale di 1419 risultate positivi nelle carceri italiane.
Secondo le ultime rilevazioni del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (dati aggiornati alle 20 dell’8 gennaio scorso), in particolare, all’interno del carcere di Bergamo ci sono 25 detenuti positivi al Covid asintomatici e un altro in ospedale.
Anche se, ascoltando le famiglie dei detenuti nella casa circondariale bergamasca, ipositivi risultano essere molti di più. E, attualmente, nel carcere di Bergamo continuano adessere sospese in presenza tutte le attività esterne (come scuola e laboratori creativi).
Attivi nella causa per inserire i carcerati e il personale delle carceri tra le categorie con priorità per il vaccino, anche la senatrice a vita Liliana Segre e l’associazione carcere e territorio di Bergamo.
La questione era stata discussa anche al Consiglio regionale della Lombardia con un ordine del giorno promosso dal gruppo +Europa Radicali e da Azione.
Fonte: bergamonews.it