Per il tribunale il fatto non sussiste. Il legale: “Processo che restituisce dignità”-
Assolto perché il fatto non sussiste. Si è risolto con una assoluzione con formula piena il processo per peculato a carico di un poliziotto penitenziario di 58 anni, accusato di essersi tenuto 24 bottiglie di olio destinate ai detenuti.
I guai per l’ex assistente capo hanno inizio l’11 settembre del 2017. In carcere arrivano i prodotti alimentari consegnati da don Domenico Bedin di Viale K nell’ambito del progetto “Brutti ma buoni”, che vede impegnati i vari esercizi commerciali di Coop Estense nella donazione di alimenti prossimi alla scadenza in favore della popolazione carceraria.
Alcuni detenuti riferirono al parroco di non aver ricevuto alcunché. Dalla segnalazione successiva partì la denuncia effettuata dalla direzione del carcere.
Una denuncia, come hanno spiegato ieri davanti al giudice collegiale la comandante della Polizia penitenziaria del carcere di Ferrara e il direttore, suffragata dal fatto che la stessa comandante, accortasi della mancata consegna (“mi aveva chiesto se poteva trattenerli per destinarli alla mensa dei colleghi”), aveva ordinato all’agente di provvedere immediatamente.
In sede di discussione la pm Barbara Cavallo aveva chiesto la condanna a 1 anno e 8 mesi, derubricandolo il fatto a peculato di scarso valore (il prezzo totale delle bottiglie era stato quantificato in 60 euro).
La difesa sostenuta dall’avvocato Denis Lovison ha insistito sul fatto che non era compito del suo assistito distribuire beni alimentari. Ma soprattutto sul fatto che la contestata appropriazione non si è verificata e l’agente di conseguenza non ha avuto nessuna utilità, come invece prevede la fattispecie del peculato.
L’argomentazione è stata accolta dal giudice Piera Tassoni (a latere Migliorini e Caucci) assolvendo l’imputato. Un epilogo che trova la “grande soddisfazione” del difensore, perché “il processo ha restituito – commento l’avvocato Lovison – la dignità a un agente di Polizia penitenziaria che ha trascorso 35 anni di servizio, prima di andare in pensione, contraddistinti da una condotta ineccepibile”.
Fonte: estense.com