La “persistente e anomala” gestione del personale da parte della direzione della casa reclusione di Augusta viene denunciata dai sindacati di categoria così come “le inefficaci garanzie a tutela del personale di Polizia penitenziaria operante nel carcere di contrada Piano Ippolito “Ad Augusta carcere è venuta meno la serenità professionale. Non vediamo un barlume di luce che dia la speranza di un cambiamento.
Non si placa il malcontento dei rappresentanti dei sindacati di categoria per la gestione del personale in carcere che hanno inviato l’ennesima nota al provveditore denunciando ancora una volta che la direzione dell’istituto di Augusta disattende anche in modo manifesto le indicazioni del provveditore e continua a determinare malcontento generale tra i dipendenti (con tutte le conseguenze che ne derivano da un ambiente lavorativo insalubre) da parte di chi scrive non è più possibile tollerare alcunché. Con una nota sindacale unitaria delle segreterie provinciali dei sindacati inviata al provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per la Regione Sicilia Cinzia Calandrino al direttore generale del Personale e delle Risorse Massimo Parisi, al direttore dell’ufficio per le relazioni sindacali Ida Del Grosso, alla direttrice della casa reclusione di Augusta, Angela Lantieri e alle segreterie regionali e nazionali delle organizzazioni sindacali vengono denunciate la persistente e anomala gestione del personale da parte della direzione del penitenziario di Augusta e le inefficaci garanzie a tutela del personale di Polizia penitenziaria che opera nella struttura che insiste in contrada Piano Ippolito.
Il motivo per cui i sindacati si rivolgono ancora una volta al provveditore negli ultimi tempi è, dunque, sempre lo stesso: ovvero la gestione del personale in servizio nella casa di reclusione Augusta, “ma – scrivono- evidentemente, nonostante la corposa corrispondenza fatta pervenire negli ultimi tempi al suo ufficio e le rassicurazioni ricevute dalla direttrice nell’ultima riunione il 18 gennaio, le cose in quel di Augusta non sono per nulla migliorate, anzi, a dire il vero, la percezione è che siano peggiorate e anche di molto. Per l’ennesima volta la direzione, tutta, ha manifestato superficialità nel rapporto con le organizzazioni sindacali e, pochi giorni fa, con il solito fare autoritario, ha deciso di collocare personale all’interno di alcuni uffici sulla base di decisioni unilaterali e senza mai tener conto dell’importanza fondamentale del contributo sindacale e delle regole che disciplinano gli interpelli, di cui, la direzione, sembra potere fare a meno, soprattutto in alcuni uffici su cui, evidentemente, ritiene di avere un potere assoluto”.
Tra le ragioni del malcontento ci sono: “il responsabile degli automezzi, tolto senza valida ragione e contro ogni regola scritta e, addirittura, avvicendato senza interpello e da un addetto ( il Pil prevedeva la carica fino al 31 dicembre 2023); la continua assegnazione nei giorni festivi di due unità al sopravvitto (il Pil ne prevede una); il mantenimento nel sopravvitto di una unità i assegnata “temporaneamente” , per oggettiva necessità dal precedente direttore, e mai restituita a turno nonostante il rientro dell’ unità al tempo sostituita per un periodo di assenza giustificata misteriosa la situazione del responsabile sopravvitto anch’esso doveva essere restituito al servizio a turno mese di luglio 2019, ma improvvisamente dopo 7 mesi invece di essere restituito al servizio a turno il 7 gennaio 2020 con ordine di servizio l’1 gennaio dell’anno scorso viene nominato preposto al servizio sopravvitto detenuti.
E ancora utilizzo anomalo del lavoro straordinario in ufficio, autorizzando quasi quotidianamente alcuni dipendenti del cosiddetto servizio a carica fissa ad effettuare lavoro straordinario nel proprio ufficio senza tener conto delle direttive degli organi superiori del Dap e del Prap e della normativa vigente, in materia di lavoro straordinario, sulla pubblica amministrazione. Si stigmatizza l’ inconcepibile decisione di inviare presso la Cmp ( a seguito di infortuni sul lavoro a seguito di aggressioni subite e/o altra tipologia di incidente) solo alcuni dipendenti mentre per altri la prassi è risultata diversa, più penalizzante, creando, di fatto, disparità di trattamento e malcontento tra i lavoratori; assegnazione dei coordinatori e di addetti senza interpelli a uffici in violazioni vigenti, senza l’utilizzo democratico dell’interpello, nell’area trattamentale/i corsi scolastici, casellario detenuti – cucina e sopravvitto (nonostante la presenza di preposti/responsabili)(call center, ufficio servizi e ufficio segreteria”.
I sindacalisti denunciano la mancata applicazione del Pil (sia attuale sia precedente) di diversi punti fondamentali. Sottolineano che: “la direzione acconsente, col tacito assenso, che suoi collaboratori diretti, incutano timore verso una parte dei dipendenti dei ruoli intermedi e di base, con atteggiamenti autoritari, creando così un malessere generale che mai si era visto ad Augusta; non aver saputo e/o voluto filtrare rapporti disciplinari redatti a danno dei lavoratori sindacalizzati e ai sindacalisti, nonostante i contenuti discutibili e, in certi, addirittura illegittimi, determinando, con tale condotta, un vero e proprio danno ai dipendenti e una demotivazione professionale mai vista prima d’ora; il non aver effettuato le dovute verifiche di garanzia sul servizio programmato del personale di Polizia penitenziaria a cui, spesso, viene tolto il riposo dopo il servizio notturno (se non addirittura non concesso), viene fatto espletare il turno serale e successivamente quello mattinale senza il legittimo stacco di almeno otto ore tra i due turni, ecc.
E ancora – si legge nella nota – il non aver rispettato l’impegno assunto dinanzi al provveditore nell’ultima riunione convocata appositamente per le questioni relative alla casa di reclusione di Augusta. Incontro in cui la direttrice aveva assicurato un cambio di rotta che, invece, non c’è mai stato; l’aver continuato a dichiarare di non essere a conoscenza e/o di non sapere di certe situazioni che determinano malcontento tra il personale e delle “ingiustizie “ che molti lamentano di aver subito nel non vedersi rispondere alle istanze presentate alla direzione e uffici vari; l’aver permesso di stilare il servizio programmato mensile assegnando d’ufficio il congedo ordinario ad una parte di personale, nonostante già l’Amministrazione gestisca le ferie estive dei dipendenti; il non aver ancora convocato i sindacati . nonostante le sollecitazioni avute anche dal provveditore il non aver chiarito ancora la delicata questione riguardante le ultime installazione di telecamere e il verosimile controllo che con lo possa essere effettuato – illegittimamente sui dipendenti; il non aver mostrato alcun interesse a migliorare i luoghi di lavoro del personale che, in alcune zone, risultano strutturalmente precari e insufficienti anche sotto il profilo igienico-sanitario (reparti detentivi come il Piano terra blocco 1, la semilibertà, le sezioni 2, e 7); il persistente accorpamento di più posti di servizio a cui assegnare una sola unità, riducendo così la qualità del lavoro del poliziotto e aumentando i rischi annessi e connessi alla delicata tipologia di lavoro; il non aver preso i dovuti provvedimenti nei confronti di chi, forte del ruolo apicale rivestito, ha utilizzato in più occasioni lo strumento del rapporto disciplinare in modo manifestatamente atipico.
L’attesa di una ipotetica svolta è stata fin troppo lunga e mai si è visto all’orizzonte un barlume di luce che desse la speranza di un cambiamento. I dirigenti a cui l’Amministrazione – da due anni a questa parte ha inteso affidare la gestione della casa di reclusione di Augusta, a fatti concreti, non sembrano propensi all’utilizzo della comunicazione costruttiva e al concetto di squadra, più volte ripreso anche dal provveditore durante l’ultima riunione. Ad Augusta carcere è venuta meno la serenità professionale, il modus operandi non sembra più orientato a perseguire obbiettivi comuni ma esclusivamente a gestire, in modo autoritario, un contesto di lavoro già di per se difficile e che da qualche anno è diventato una vera e propria bolgia: mai si erano viste tante aggressioni da parte dell’utenza a danno del personale.
Le molteplici e rigide disposizioni di servizio a cui il personale deve attenersi, per lo più difficilmente applicabili se non addirittura inapplicabili (chiusura di svariati cancelli con i lucchetti, piano di emergenza sismica,), sono palesemente un modo come un altro per salvaguardare la direzione. Ma al personale chi ci pensa? Ecco perché, fino a quando non si vedrà all’orizzonte quel barlume di luce –genuina- che infonda nuovamente fiducia tra gli appartenenti al corpo (e non solo), nella casa reclusone di Augusta non potremo attenuare l’azione sindacale a difesa della categoria di lavoratori che rappresentiamo e che in quel di Augusta risultano essere per lo più affievoliti da un contesto lavorativo che, lo si ribadisce, rispetto alla precedente direzione, sembra prediligere una gestione autoritaria a quella autorevole”.
Tratto da: webmarte.tv