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Bambini in carcere: una proposta di legge per liberare i figli dalle colpe dei genitori

Nel 2018 una madre uccise i suoi due figli che erano rinchiusi con lei nel carcere di Rebibbia. Grande commozione e tanti impegni per eliminare la distorsione di un sistema che prevede la presenza dei figli e bambini minori in carcere.

Sono trascorsi tre anni è la situazione non è cambiata. Secondo i dati forniti dal monitoraggio mensile del Ministero della giustizia, nel 2018 i bambini ristretti in carcere con le madri condannate erano 69.

Oggi sono 28 i bambini in carcere tra le sezioni nido delle case circondariali e gli Istituti a custodia attenuata per detenute madri (ICAM).

Un numero per alcuni irrilevante che in realtà è una crudele stortura che deve essere eliminata perché nessun bambino dovrà essere sottoposto all’esperienza traumatica della privazione della libertà.

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà, nella sua relazione al Parlamento ha segnalato le condizioni precarie e carenti nelle sezioni nido delle case circondariali, tranne lodevoli eccezioni.

La strada da intraprendere è la diffusione delle case famiglia protette come prima possibilità di accoglienza per le madri detenute con figli, dove il bambino non sia privato dell’affetto e delle cure materne e possa, al contempo, crescere in una quotidianità il più “normale” possibile.

Le case famiglia protette sono previste dall’art. 4 della Legge 21 aprile 2011, n. 62, quali luoghi nei quali consentire a donne incinte o madri di bambini di età non superiore a sei anni di scontare la pena. Ad oggi, però, solo poche regioni si sono dotate di tali strutture, con la conseguenza che le detenute, con figli anche molto piccoli, scontano la pena in carcere.

La “bussola” da seguire è solo una: la tutela del superiore interesse del bambino.

Si legge nella Bibbia: “Chi pecca morirà; il figlio non sconterà l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Sul giusto rimarrà la sua giustizia e sul malvagio la sua malvagità” (Ez 18,20).

Il monito è stato ripreso dalla recentissima proposta di legge presentata il 24 maggio 2021 che prevede le modifiche al codice penale e di procedura penale e alle leggi in materia di esecuzione delle misure cautelari e delle pene nei confronti delle madri con figli minorenni.

 

 

Fonte: filodiritto.com

Redazione OSAPPoggi

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