
di Leo Beneduci_
LA POLIZIA PENITENZIARIA HA BISOGNO DI UN GICO NON DI UN GIO:
SENZA FORMAZIONE ANTIDROGA DISARMATI CONTRO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA.
Ieri 21 febbraio 2025 rivolta presso l’IPM di Roma Casal del Marmo sedata dal GIO (che fortunatamente era nelle vicinanze), così anche noi abbiamo scritto.
Non vogliamo né smentire né negare, perché ciò che i Colleghi fanno è per noi (Noi dell’OSAPP) di regola “sacrosanto”.
Però le vicende di ieri del già “disastrato” istituto penale per Minorenni di Roma hanno avuto premesse e conclusioni che riteniamo opportuno approfondire.
I detenuti della sezione “giovani adulti” volevano impedire che uno di loro venisse portato innanzi il consiglio di disciplina che nel frattempo era riunito alla presenza del Magistrato di Sorveglianza. Il detenuto si rifiutava di presenziare, persino spintonando via con le mani la direttrice che si era recata da lui.
Gli altri detenuti per dargli manforte si sarebbero barricati nella sezione dando anche fuoco ad alcuni materassi.
I detenuti sarebbero stati in evidente stato di alterazione da sostanze, tenuto conto che secondo le voci raccolte, la droga nell’IPM di Roma come negli altri IPM sul territorio scorrerebbe a fiumi grazie ai “lanci” dall’esterno e alla concomitante carenza di personale.
Quando il GIO è entrato con scudi e caschi non vi sarebbe stata alcuna resistenza.
Un po’ come accaduto ad Avellino, che per portare via il detenuto che aveva aggredito con un pugno un agente del 184° corso, intervenuti in massa (e in tenuta da “guerra”?) i colleghi del Gruppo d’intervento hanno trovato il detenuto con tanto di bagagli, tranquillo e pronto a partire alla volta dell’aeroporto di Pratica di Mare per essere imbarcato verso la nuova destinazione (?).
La vicenda delle droghe in carcere, ovvero della tossicodipendenza pre-esistente o indotta dalla stessa detenzione, non riguarda solo gli IPM ed è in crescita esponenziale in qualsiasi tipo di carcere.
Potremmo persino affermare la strettissima connessione tra il consumo di droga in carcere con il crescente numero di aggressioni, rivolte e suicidi.
Anzi, lo strapotere in carcere delle cosche criminali rappresentate intra-moenia dai detenuti classificati AS si esercita principalmente attraverso il traffico degli stupefacenti, più che altro pagati dall’esterno (come i telefonini).
Accade così che, mentre gli inconsapevoli e soprattutto inadeguati vertici delle Amministrazioni e della Politica a via Arenula, esaltano gli interventi del GIO (che nelle carceri minorili per definizione e norma c’entrerebbero assai poco) la realtà è che la Polizia Penitenziaria sta combattendo la criminalità organizzata con le mani legate dietro la schiena.
Questo perché le piazze di spaccio carcerarie sono gestite da professionisti del crimine, mentre la Polizia Penitenziaria è lasciata senza formazione specifica.
Per parlarci chiaramente, quanti poliziotti penitenziari saprebbero distinguere a prima vista i cristalli di metanfetamina da frammenti di vetro?
Non è retorica, ma la prova evidente di una impreparazione indotta e non si sa quanto “premeditata”.
La realtà è che servirebbero nuclei investigativi specializzati come il GICO (Gruppo di Investigazione contro la Criminalità Organizzata) più che squadre di pronto intervento e il problema della droga in carcere per essere risolto richiederebbe intelligence, formazione specifica e capacità investigative, non muscoli e scudi
Ma è troppo al di fuori della portata degli attuali “gruppo di potere” di DAP e DGMC per essere finanche immaginato, oltre ad incorrere nel rischio, una volta realizzato, di creare centri di conoscenza e potere non sottoposti allo stretto controllo di chi adesso comanda e vuole continuare a farlo..
Per concludere, non ci dispiace predicare “nel deserto” come in queste circostanze accade e ci basta solo che alcuni comprendano e insieme a Noi contribuiscano a costruire qualcosa di diverso e di migliore dagli attuali e vani slogan e promesse.
Fraterni Saluti a tutti.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria