Sale a 35 il numero di detenuti positivi al Covid 19 nel carcere di Busto Arsizio. E sono 280 circa quelli messi in quarantena perché hanno avuto contatti stretti con i primi. I negativi sono una cinquantina circa e sono tutti insieme in un’unica sezione per ovvie ragioni. Numeri in crescita ma che non devono ingannare in quanto potrebbero iniziare a scendere già alla fine di questa settimana. «Si lavora con tempi diversi – spiega il direttore Orazio Sorrentini – I detenuti non sono risultati positivi tutti nello stesso momento e non tutti i detenuti hanno iniziato la quarantena contemporaneamente. Si ragiona, dunque, sulle canoniche due settimane di tempo dal momento della positività o del contatto diretto». L’impegno dell’amministrazione carceraria e della direzione è massimo. E nella casa circondariale di via per Cassano arriva Medici senza Frontiere che in queste ore sta formando tutti, personale amministrativo, detenuti, polizia penitenziaria ed educatori, ai comportamenti da tenere per prevenire l’ulteriore diffusione del virus, ai sintomi da non trascurare mai, ai protocolli da seguire per assistere chi ha necessità.
Il punto lo fa personalmente il direttore disegnando una situazione complessa ma che l’amministrazione carceraria si è attivata per mantenere sotto controllo. «Sabato alcuni detenuti avevano iniziato uno sciopero della fama per attirare l’attenzione del Governo sulla situazione», spiega Sorrentini. Al ministro Alfonso Bonafede, vista la situazione, i detenuti chiedevano di poter scarcerare chi, positivo e con patologie pregresse come ad esempio il diabete e con un domicilio, potesse essere curato a casa. «Per nostro conto ne abbiamo incontrata una delegazione – spiega il direttore – che chiedeva un alleggerimento delle restrizione imposte sui pacchi destinati ai detenuti». A causa del Covid ogni pacco resta in “osservazione” per 48 ore prima di essere consegnato al destinatario garantendo in questo lasso di tempo “la morte” del virus qualora ve ne fosse sulle superfici. «In questo modo diventa impossibile per il detenuto ricevere generi alimentari freschi – spiega Sorrentini – Ci siamo però accordati sul fatto che alcuni beni, quali ad esempio insaccati o formaggi , che non devono essere conservati in frigorifero potranno essere inseriti nei pacchi».
Sul fronte Covid la situazione è la seguente. I detenuti positivi sono passati da 22 a 35 ma, come detto, in tempi diversi. «Entro il termine di questa settimana, tra giovedì e venerdì, i primi 22 saranno però sottoposti al secondo tampone, quello di controllo al termine delle due settimane di completo isolamento – spiega Sorrentini – Confidiamo che tutti siano negativizzati». Il dato andrebbe ad alleggerire al situazione. Non solo: attualmente i detenuti in quarantena sono 280 circa. Quarantena non significa isolamento completo. Si tratta di detenuti che hanno avuto contatti stretti con i positivi, anche in questo caso, però, con tempi diversi. E dunque entro il termine di questa settimana una novantina di loro, 88 per essere precisi, dovrebbero terminare il periodo di quarantena andando ad alleggerire il dato più pesante.
Sul fronte polizia penitenziaria «Il dato è confortante – conclude Sorrentini – Sono 57 gli agenti sottoposti a tampone in quanto hanno avuto contatti stretti con detenuti positivi: tutti e 57 sono risultati negativi. Gli altri agenti in servizio nella mattinata di sabato (21 novembre) si sono sottoposti volontariamente a test rapido nel punto tamponi della Ugo Mara di Solbiate Olona. Tutti dovrebbero essere risultati negativi. Uso il condizionale in quanto trattandosi di tampone volontario è il poliziotto a dover comunicare un’eventuale positività isolandosi. Nessuno lo ha fatto. Il personale è professionale e preparato: ne posso dedurre che anche questi agenti in servizio siano dunque tutti negativi». E la formazione di Medici Senza Frontiere sta dando un’aggiunta importante affinché la situazione resti sotto controllo.
fonte: malpensa24.it
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