Approvata una mozione per l’istituzione di una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza come quella in cui è rinchiuso Luigi Chiatti.
La chiusura degli istituti psichiatrici per detenuti ha aperto la strada alle Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, cioè quelle strutture dove rinchiudere persone condannate o non giudicabili, ma per le quali è necessario un regime detentivo. L’Umbria ne è sprovvista e invia le persone soggette a questo tipo di misura in Sardegna (come Luigi Chiatti, condannato per il duplice omicidio di bambini a Foligno) oppure in Toscana. Il costo per un detenuto in Rems, a carico dello Stato e delle Regioni, è di 350 euro giornalieri.
Nel Carcere perugino di Capanne risultano 120 degli attuali 360 detenuti presentano problemi psichiatrici certificati e, anche se non tutti necessitano del ricovero in una Rems, costituiscono un problema per la gestione quotidiana da parte degli agenti di Polizia penitenziaria, spesso costretti ad affrontare atti di autolesionismo e aggressioni da parte dei detenuti.
Della condizione dei detenuti con problemi psichiatrici si è occupato anche il Garante dei detenuti nella relazione 2019, a conferma che il carcere non è il luogo adatto per questi soggetti: aumento degli eventi critici, spesso innescati da soggetti affetti da patologie psichiatriche, tentativi di suicidio, rivolte, scioperi della fame, atti di autolesionismo, aggressioni al personale, baratto dei medicinali. Analoghe difficoltà seppur in numero inferiore, sono state rilevate anche nel carcere di Terni e in quello di Orvieto.
La soluzione potrebbe essere quella di realizzare una Rems in Umbria, così come chiesto dalla mozione promossa dai consiglieri della Lega Francesca Peppucci, Eugenio Rondini, Valerio Mancini, Daniele Carissimi, Daniele Nicchi e dal Gruppo di Fratelli d’Italia, con Eleonora Pace e Marco Squarta. Un atto con il quale si chiede di “rivedere l’accordo interregionale con la Regione Toscana relativo alla realizzazione e gestione di residenze comuni per detenuti con patologie psichiatriche e di dotare l’Umbria di una struttura propria Rems”.
L’Umbria non aveva mai realizzato una propria Rems in quanto al momento dell’istituzione di tali strutture si trovavano ristretti solo sette detenuti, rientranti nei criteri previsti. Da qui l’accordo con Liguria, Sardegna e Toscana per ospitare, nelle proprie strutture, gli internati provenienti dal territorio umbro, “fermo restando l’impegno reciproco di favorire la dimissibilità, con presa in carico dei Dipartimenti di salute mentale del territorio di provenienza, delle persone che cessano di essere socialmente pericolose” ha ricordato la consigliera Peppucci.
Nonostante l’accordo, ad oggi i posti riconosciuti all’Umbria risultano, però, insufficienti, con difficoltà di gestione dei detenuti ritenuti pericolosi e bisognosi del servizio, ma anche una lunga lista di attesa per usufruire dei post.
“Ci siamo attivati dopo l’incontro con la Procura che ha posto questa necessità. I numeri sono notevolmente aumentati, servirebbero 10 posti più altri 10, per altrettanti pazienti maschi e femmine, che dopo adeguate valutazioni mediche e di percorso in relazione ai reati commessi dovrebbero gradualmente essere reimmessi nella società – ha detto in aula l’assessore Coletto – Proprio per questo c’è necessità di una Rems, e con la delibera dello scorso 16 dicembre è stato approntato un gruppo di lavoro per determinare la collocazione e la costruzione della residenza. Quindi sono stati aggiunti dei tecnici per arrivare in tre mesi a definire collocazione e tipo di struttura”.
Fonte: Perugiatoday.it