Il detenuto si è tagliato le vene e la gola: provvidenziali i soccorsi. Nell’aprile del 2021, Giovanni insieme alla fidanzata ha ucciso il padre di lei, Aldo Gioia.
Soltanto il provvidenziale intervento degli agenti della Penitenziaria prima e dei sanitari del 118 poi ha evitato la morte di Giovanni Limata, il 23enne che ieri, domenica 23 gennaio, ha tentato il suicidio nel carcere di Bellizzi Irpino, nella provincia di Avellino, dove è detenuto per l’omicidio di Aldo Gioia, il padre della sua fidanzatina, massacrato a coltellate ad Avellino nell’aprile del 2021 dal 23enne, con la complicità proprio della ragazza, Elena Gioia.
Limata si è tagliato con una scatoletta di tonno
Stando a quanto si apprende all’interno della sua cella, Giovanni Limata si è procurato diverse ferite alla gola e alle braccia, tagliandosi le vene, utilizzando il coperchio di una scatoletta di tonno. Soltanto il provvidenziale intervento degli Agenti della Polizia Penitenziaria, aiutati da alcuni detenuti, hanno evitato il peggio: Giovanni Limata è stato immediatamente soccorso dai sanitari del carcere e poi ha ricevuto le cure del caso in ospedale. Infine, nella stessa giornata odierna, il giovane è stato reintrodotto nel carcere di Bellizzi Irpino.
L’omicidio di Aldo Gioia
La notte tra il 23 e il 24 aprile del 2021, con la complicità della fidanzata Elena, Giovanni entra nella loro casa in corso Vittorio Emanuele, nel centro di Avellino. Aldo Gioia, 53 anni, il papà di Elena, sta dormendo sul divano: Giovanni lo colpisce con 14 coltellate. L’uomo urla e sveglia la moglie e l’altra figlia, che solo grazie al sacrificio dell’uomo riescono a salvarsi: secondo i piani dei due giovani, infatti, sarebbero dovuti morire tutti.
Fonte: fanpage.it