Detenuti del Nerio Fischione pronti alla protesta contro il sovraffollamento.
Dall’8 settembre, nel carcere bresciano prenderà il via lo sciopero della fame e battitura per tre volte al giorno fino a data da destinarsi.
Ad annunciarlo, gli stessi detenuti, che hanno scritto una lettera alla direzione del Nerio Fischione, al Tribunale di Sorveglianza, al Provveditorato regionale, al dipartimento di amministrazione penitenziaria, al ministero di Grazia e Giustizia e ai garanti nazionale e provinciale dei detenuti.
Nella struttura, secondo l’aggiornamento al 31 agosto, sono presenti 309 persone a fronte di una capienza regolamentare di 189. Sovraffollamento, vetustà dell’immobile, risorse non sufficienti sono i problemi cronici della casa circondariale bresciana, dove le condizioni di vita sono molto difficili ed è complicato portare a termine quella che dovrebbe essere la funzione rieducativa del carcere.
Nella lettera, la popolazione carceraria fa delle richieste ben precise.
Ai ministeri di Economia e Giustizia, si chiede l’aumento degli addetti dell’area trattamentale, educatori, assistenti sociali, psicologi, nel numero conforme ad espletare le esigenze burocratiche per il conseguimento delle misure alternative al carcere; aumento del contingente dei magistrati e del personale da assegnare a ciascun ufficio di sorveglianza.
Si chiede inoltre,” l’abrogazione del tetto massimo dei dieci minuti per ciascuna telefonata, in quanto la normativa stessa, in termini di trattamento rieducativo recita, tra le altre cose, l’agevolazione di opportuni contatti con il mondo esterno ed i rapporti con la famiglia”.
Al ministero della Giustizia, si chiede inoltre l’istituzione di un consiglio di aiuto sociale per attività di aiuto sociale per l’assistenza penitenziaria e post-penitenziaria.
“Chiediamo inoltre al futuro governo, nella figura del legislatore, un provvedimento di grazia, previsto nei termini di legge, che faccia fronte in tempi ragionevoli all’emergenza del sovraffollamento, così come era previsto nella precedente proposta della ministra Cartabia”.
Fonte: ilgiorno.it