Un episodio increscioso è stato denunciato ieri, sabato 1° ottobre, al carcere “Cerialdo” di Cuneo: qui un detenuto di nazionalità straniera, mentre veniva accompagnato al reparto isolamento, ha opposto resistenza all’ingresso in cella. Dopo opera di persuasione, il detenuto ha aggredito all’improvviso l’Assistente Capo, cercando di tirarlo con sé in cella, per fortuna senza riuscirvi. Mentre si provvedeva alla chiusura della cella, il detenuto ha quindi sputato in faccia al poliziotto.
Nei giorni scorsi, sempre nel carcere di Cuneo si sono verificate altre due aggressioni ai danni di agenti di Polizia Penitenziaria, da parte di detenuti i sottoposti al regime di cui all’Art. 41 bis.
“Il problema è divenuto serio e incontrollato: i detenuti hanno probabilmente percepito una grande falla del sistema e hanno ben capito che gli agenti, all’interno dell’istituto, non hanno difese né tutele in nessuna condizione”. A denunciare gli episodi è il Segretario Generale OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci, che aggiunge: “Quanto accaduto è da ritenersi di estrema gravità: i penitenziari da tempo sono nel completo ‘caos’ organizzativo sia in ordine al trattamento e ai rapporti con la locale popolazione detenuta, spesso fuori controllo, sia riguardo alla gestione del Personale di Polizia penitenziaria soggetto a carichi di lavoro oltre i limiti e a continui tensioni e rischi, nel più totale silenzio degli organi dell’Amministrazione penitenziaria e del Dicastero della Giustizia. Occorre dotare gli Agenti di strumenti idonei quali taser o altri mezzi a tutela dell’incolumità fisica. Della massima urgenza, quindi – conclude Beneduci – il diretto e risolutivo intervento del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi e della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, affinché assicurino l’immediato ripristino delle regole di legalità e di civile convivenza nelle strutture, in cui il personale di Polizia penitenziaria subisce la quotidiana e ingiustificata “tortura” di gravi offese morali e fisiche e di continui disagi lavorativi, peculiarità di un sistema oramai caratterizzato dall’assenza di risultati verso una maggiore sicurezza interna ed esterna nell’interesse della Collettività”.