Ha portato la droga al figlio detenuto nel Carcere di Foggia. Per questo un uomo di Taranto, di 62 anni, è stato arrestato nel penitenziario insieme al figlio. Il gesto è quello di un genitore che porta brioche al figlio ricoverato. Il luogo e il prodotto di questa storia sono ben altri: il nosocomio era il carcere e il prodotto era la droga. Scoperti dagli Agenti di Polizia Penitenziaria, il padre è finito agli arresti domiciliari mentre il figlio, già detenuto per altra causa, dovrà affrontare un altro processo per detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. I protagonisti sono due tarantini di 62 e 31. Per il presunto papà-pusher il PM di Foggia aveva chiesto la detenzione in carcere, ma il gip del Tribunale foggiano, al varco dell’udienza di convalida, ha optato per gli arresti domiciliari, accogliendo l’istanza formulata dal difensore dell’uomo. I fatti risalgono a martedì scorso quando il genitore residente a Carosino si è recato a Foggia per far visita al figlio ristretto nella Casa Circondariale dove sta scontando dodici anni di reclusione, risultato di un cumulo di pene per rapine. Passato indenne ai controlli, l’uomo ha preso posto nella sala colloqui dove ha atteso l’arrivo del figlio. Tra i normali convenevoli, qualcosa di strano non è sfuggita all’Agente di Polizia Penitenziaria di sorveglianza che si è insospettito per alcuni movimenti del padre, il quale porgeva una confezione di brioche al figlio. Al Poliziotto, come si legge nella richiesta di convalida dell’arresto, non era sfuggito il movimento del genitore che furtivamente tirava fuori dai pantaloni qualcosa che introduceva nel pacco delle brioche. Bloccata l’azione, l’Agente di Polizia Penitenziaria ha sequestrato il pacco, facendo fallire il piano. Oltre alle brioche, conteneva anche tre tavolette di hashish per un totale di 243 grammi da cui sarebbero state ricavate circa 2500 dosi giornaliere di principio attivo. Per entrambi è così scattata l’arresto per detenzione ai fini dello spaccio di droga.
La stessa cosa era accaduta, sempre nel carcere foggiano, ad una manduriana di 36 anni finita in una vasta inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e conclusa lo scorso 14 marzo con l’arresto di 16 persone. La manduriana che ora è ai domiciliari è accusata di aver provveduto a rifornire la droga al figlio detenuto grazie alla complicità di un’infermiera, dipendente della Asl di Foggia, in servizio presso l’infermeria del carcere foggiano.
Rassegna Stampa OSAPPOGGI.it – Fonte: Quotidianodipuglia.it
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