Un assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria nella giornata di lunedì 8 marzo è stato aggredito da un detenuto extracomunitario nel carcere di Matera. Di seguito la nota integrata dall’OSAPP e altri sindacati di categoria.
Lunedì 8 marzo 2021 un assistente capo coordinatore della Polizia Penitenziaria ha subito da un detenuto extracomunitario una vile aggressione fisica, violenta, tant’è che lo stesso è stato accompagnato al locale Pronto Soccorso, per avere le prime cure ed ha avuto una prognosi di 3 giorni per varie ecchimosi e graffi al volto.
È da diverso tempo, alcuni anni ormai, che si denuncia il grave sovraffollamento ma, purtroppo, su questo argomento restiamo completamenti inascoltati, perché nessuno prende provvedimenti seri in tal senso.
È da diverso tempo, alcuni anni ormai, che si denuncia l’inadeguatezza del sistema carcere in toto con gravi carenze strutturali, nonché gravi carenze di uomini e mezzi ma, purtroppo, su questo argomento restiamo completamenti inascoltati, anche perché non ci sono sistemi adeguati di protezione, dispositivi anti aggressione.
È da diverso tempo, alcuni anni ormai, che i detenuti psichiatrici devono essere seguiti da strutture idonee, non essere “buttati” in carcere, usando gli Istituti di pena ultimo come contenitore sociale a dir poco esplosivo ma, purtroppo, su questo argomento restiamo completamenti inascoltati, perché continuano ad arrivare utenti con problemi psichiatrici.
È da diverso tempo, alcuni anni ormai, che denunciamo le carenze sanitarie del pianeta carcere, spesso non ci sono a sufficienza medici specialisti che possano seguire gli utenti “particolari”, affetti da patologie psichiatriche, o di altra natura, lasciando come baluardo il povero Poliziotto penitenziario che si trova di turno a dover sopperire a tale carenza.
Ci auguriamo che la Direzione del carcere di Matera, prenda provvedimenti immediati a tutela di tutti i Poliziotti penitenziari, facendo trasferire in una struttura adeguata l’utente che ha aggredito il Poliziotto penitenziario, nonché chiedendo con forza il trasferimento, dall’Istituto materano, almeno di una cinquantina detenuti, rendendo la struttura più sicura per tutti gli operatori penitenziari e per gli utenti stessi.
Esprimiamo al collega che ha subito la vile aggressione tutta la nostra solidarietà, nonché la nostra vicinanza, augurandogli che possa tornare in servizio presto. Forza collega siamo tutti con te.