Per il carcere minorile a Rovigo ormai vi è un unico diffuso sentimento: rassegnazione.
Anche il Comune capoluogo sta ragionando, ormai, sulla ricerca di sedi alternative a via Verdi per la Cittadella della Giustizia. Gli addetti ai lavori anche. Non ho certezze circa le conseguenze positive di un carcere minorile in centro città. Quello che mi preoccupa è l’assenza di strumenti, strutture e competenze per gestire le attività connesse ad una istituzione molto particolare che già a Treviso sta esprimendo problematiche molto complesse. Sono cose che potremo valutare nel tempo. Ciò che possiamo fare oggi è individuare le responsabilità di una scelta che crea conseguenze pianificatorie ad una città che era impreparata a tale scelta paracadutata a Rovigo.
Anche noi dovevamo ben sapere che un semplice Odg, benché unitario, e non corroborato da azioni e manifestazioni pubbliche, non avrebbe prodotto che un salvacondotto per l’anima di molti, ma nessun risultato concreto. Non ci resta che cercare i responsabili di una simile scelta. E’ diffusa l’opinione che Bergamin e la Lega regionale, compreso Zaia, guarda caso di Treviso, avessero espresso un primo parere favorevole alle dirigenze ministeriali. Ma oggi Bergamin è sparito dai radar e la Lega sul tema non si esprime. Non possiamo sottacere l’impegno solo formale del Ministro Boccia interessato già nella primavere scorsa e per tempo, ma non possiamo, per correttezza, sottacere nemmeno la rassegnazione “ante litteram” della politica attuale. Se qualcuno sa individuarne altre sarebbe opportuno le partecipasse a tutti. Ancora una volta gli stessi elementi: le scelte e le manovre di pochi; il silenzio e il disinteresse di molti. Di troppi!
Fonte: ilrestodelcarlino.it – Gianni Nonnato