
Ne dà notizia l’OSAPP per voce del Segretario Regionale Puglia Ruggiero Damato_ Questo pomeriggio, verso le ore 13:00, nella sezione isolamento del Reparto R2 della Casa Circondariale di Lecce, un detenuto di nazionalità italiana, ivi ubicato per ragioni disciplinari, è andato in escandescenze, colpendo violentemente con pugni e calci l’Assistente Capo Coordinatore addetto alla vigilanza della sezione. Anche dopo averlo fatto cadere a terra, il detenuto ha continuato ad infierire sull’Assistente Capo, colpendolo ripetutamente con calci. Solo grazie al provvidenziale intervento dell’Ispettore di Reparto, il quale si trovava casualmente sul posto, si è evitato il peggio, anche se, per bloccare il detenuto e riportarlo alla ragione, l’Ispettore Superiore ha subito lesioni. Anche in un secondo momento, durante le operazioni di spostamento del detenuto in altra allocazione, quest’ultimo ha tentato nuovamente di aggredire il personale di Polizia Penitenziaria. Questo ennesimo episodio conferma lo stato emergenziale in cui versa l’Istituto leccese, caratterizzato da una dilagante carenza di personale e un aumento esponenziale della popolazione detenuta. Ad aggravare la situazione, la cronica carenza di personale medico e psichiatrico di supporto per i numerosissimi soggetti affetti da tali patologie, che sono allo stato completamente abbandonati a se stessi e alla Polizia Penitenziaria, che di fatto deve colmare le lacune altrui. Disordini, ennesima aggressione, sistema allo sbando, agenti insufficienti, strutture inadeguate, organizzazioni del lavoro impossibili e turni massacranti: questo lo scenario di una giornata penitenziaria presso la C.C. Lecce. Pasquale Montesano, Segretario Generale Aggiunto O.S.A.P.P.: “Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra, per certi versi, come siano le condizioni in carcere. Il plesso di Lecce e la Regione Puglia non fanno eccezione per le condizioni detentive e di lavoro del personale penitenziario. Lo diciamo e lo ribadiamo: a nostro avviso, si sta sottovalutando da parte governativa il persistere di una pessima gestione delle infrastrutture e del personale da parte dell’amministrazione penitenziaria centrale. La politica finge o ignora queste condizioni, che invece sono la principale causa delle proteste e degli episodi gravi che stanno accadendo nelle strutture penitenziarie. Non si possono attuare le misure che il governo e i partiti immaginano di attuare laddove c’è un’amministrazione che non agisce prontamente e non garantisce, nell’emergenza, il personale. Appare, altresì, evidente che episodi come questi vanificano il diuturno sacrificio e la straordinaria professionalità di 36.000 donne e uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, che quotidianamente assicurano la sicurezza nelle carceri del Paese e costituiscono, al tempo stesso, l’ultimo baluardo di umanità nelle frontiere penitenziarie. Fino ad oggi, le loro istanze sono rimaste inascoltate. È necessario che, da subito, la Regione Puglia e la C.C. Lecce attuino un piano di rinnovamento e iniziative tese a ristabilire per la Polizia Penitenziaria una condizione lavorativa e di sicurezza al passo con i tempi, pena conseguenze maggiori e più gravi.”
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