Morti un 36enne condannato per estorsioni sportive, un 47enne per violenze in famiglia e un uomo di 36 anni che sarebbe tornato in libertà tra un anno.
Nel penitenziario solo quattro Poliziotti. Inagibili palestra, cappella e sale colloqui.
Tre suicidi in un mese, di cui due in una settimana: per quanto siano insondabili le scelte delle persone che arrivino a togliersi la vita, e quindi oscena la presunzione di trarne facili correlazioni, non ci vuole un genio a capire che le tre morti fra il 25 ottobre e il 30 novembre (più un tentato suicidio) sono la punta di un iceberg di problemi serissimi nel carcere di Pavia.
Tutti e tre in espiazione di una condanna definitiva (categoria di detenuti che a rigore dovrebbe stare più in una casa di reclusione che in una casa circondariale come Pavia), prima si è ucciso un italiano di 36 anni condannato per estorsioni in ambito sportivo, poi un italiano di 47 anni condannato per violenze familiari, e infine ora un romeno di 36 anni che sarebbe tornato in libertà tra poco più di un anno.
Proprio il giorno prima di quest’ultimo suicidio una delegazione di «Antigone» era entrata nel penitenziario, e ora — spiega la responsabile lombarda Valeria Verdolini — chiederà di tornarvi domani proprio per la gravità della situazione verificata.
Fonte: milano.corriere.it