Sfondato il tetto di 2.200 detenuti: Poggioreale torna ad essere superaffollato. E in giorni come questi, di picco pandemico e diffusione rapida della variante Omicron, è una condizione di emergenza nell’emergenza. Difficile, in queste condizioni e con simili numeri di popolazione detenuta, garantire persino bisogni più elementari, come il cambio di lenzuola con una frequenza inferiore ai quindici giorni, quasi impossibile in alcune celle assicurare il distanziamento. C’è chi, tra i reclusi di Poggioreale provenienti da altre regioni, non riesce a fare i colloqui e ci sono ritardi nei turni delle videochiamate. C’è chi non riceve il pacco viveri dai familiari, impossibilitati a raggiungere fisicamente il carcere in questi giorni di caos e pandemia.
Ieri mattina il garante campano Samuele Ciambriello e il garante cittadino Pietro Ioia sono tornati a verificare di persona la situazione nella casa circondariale di Poggioreale e al termine della visita sono tornati a denunciare le distorsioni di un sistema giustizia che non riesce a fronteggiare l’emergenza Covid. «Attualmente nelle carceri campane risultano contagiati 184 agenti e 215 detenuti», hanno detto elencando il dato a livello regionale, relativo alle quindici carceri della Campania. Nel solo carcere di Poggioreale i positivi tra i reclusi sono 113, a cui si aggiungono 50 agenti della penitenziaria. Il personale dunque, già in sottorganico per i cronici vuoti di personale, si ritrova in questo periodo dimezzato a causa di positività e quarantene, con tutto quello che questo comporta nel ritmo di vita all’interno dell’istituto di pena. «I detenuti sono smarriti, stanchi, amareggiati – hanno sottolineato i garanti – Il Covid ha amplificato i problemi nelle carceri. Molti di loro ci hanno raccontato che non sono garantiti nemmeno i servizi primari, come il cambio delle lenzuola e persino la fornitura di carta igienica e tutto ciò che riguarda la prevenzione igienico sanitaria» .
«Alcuni detenuti – hanno aggiunto – attendono le dosi di vaccino, altri addirittura attendono ancora la prima dose ed altri i tamponi. Ci hanno raccontato di aver vissuto la convivenza negli stessi spazi tra positivi e non. E il rischio concreto è che a breve non ci saranno più spazi a sufficienza per tutti per cui la quarantena diventerà un rito». Dopo aver incontrato i detenuti dei padiglioni Firenze e Avellino, i garanti Ciambriello e Ioia hanno evidenziato un altro aspetto molto grave e delicato, quello relativo alle videochiamate per i detenuti di fuori regione ma anche campani, che non riescono per problemi familiari ad effettuare colloqui in presenza. «A questi – hanno raccontato i garanti – non vengono garantite le videochiamate, nonostante la direttiva del Ministero reciti “che sarà data la massima possibilità ai detenuti e agli internati di mantenere i rapporti con la famiglia attraverso la modalità del video-colloquio e l’aumento delle telefonate oltre i limiti previsti dal regolamento” come scrive il direttore generale dei detenuti e del trattamento, Gianfranco De Gesu», hanno sottolineato i garanti sollecitando ancora una volta misure urgenti da parte del Governo e del Ministro della Giustizia per ridurre il sovraffollamento carcerario.
Fonte: ilriformista.it