Casa circondariale di Reggio Calabria: ancora un’aggressione alla Polizia Penitenziaria. Feriti un sovrintendente e un agente. Il sistema penitenziario è allo sbando totale. “Ne dà notizia l’O.S.A.P.P. per voce del Segretario Generale Aggiunto Pasquale Montesano.” Nel pomeriggio di ieri, presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria “San Pietro”, si è verificata un’altra aggressione al Personale di Polizia Penitenziaria. Due detenuti, ritenuti appartenenti alla criminalità calabrese e ristretti per reati legati all’associazione per delinquere di stampo mafioso, dopo il rifiuto da parte del medico di prescrivere loro una sedia in plastica da tenere all’interno della cella, hanno aggredito un Sovrintendente che svolgeva funzioni di preposto e l’Agente addetto alla vigilanza della sezione detentiva. Entrambi gli appartenenti al Corpo sono dovuti ricorrere alle cure del locale Pronto Soccorso. Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra, in un certo senso, le condizioni in cui versa il carcere, e il plesso di San Pietro, così come l’intera Regione Calabria, non fa eccezione per quanto riguarda le condizioni detentive e di lavoro del personale penitenziario sul territorio nazionale. Il segretario Pasquale Montesano chiarisce che, nonostante gli inviti rivolti al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al Governo Meloni di aprire un tavolo di confronto permanente per discutere di riforme, organici, equipaggiamenti, sovraffollamento detentivo e, non ultima, la strumentalizzazione e la perseveranza della criminalità che necessita di una disciplina democratica e rigida, tesa a ristabilire i canoni delle indicazioni normative del sistema penitenziario, ad oggi non è pervenuto alcun segnale. Nonostante la gravissima carenza negli organici e le gravi criticità operative che la Polizia Penitenziaria sta affrontando, il Corpo continua, con un alto senso di appartenenza e responsabilità , a garantire tutti gli standard di sicurezza. A loro va il nostro plauso per i durissimi colpi inflitti nella lotta alla criminalità , fatti che evidenziano il costante sacrificio delle 36.000 donne e uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, che continuano a garantire la sicurezza dentro e fuori le carceri e rappresentano, allo stesso tempo, l’ultimo e talvolta unico baluardo di umanità negli infernali gironi penitenziari. Conclude il segretario Montesano: “Lo diciamo e lo ribadiamo: a nostro avviso si sta sottovalutando, da parte del Governo, il persistere di una pessima gestione delle infrastrutture e del Personale da parte dell’amministrazione penitenziaria centrale. La politica finge di non vedere o ignora queste condizioni, che invece sono la principale causa delle proteste e degli episodi gravi che stanno accadendo. Non si possono attuare le misure che il Governo ed i Partiti politici immaginano di mettere in campo, se non c’è un’amministrazione che agisca prontamente e che garantisca, in situazioni di emergenza, il supporto al Personale di Polizia Penitenziaria”.