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CARCERE TARANTO – Droga e sim, coinvolto anche agente penitenziario

Nei pacchi che venivano consegnati all’istituto di pena c’era per lo più cocaina, marijuana e hashish catalogate con parole in codice come borotalco, panino o erba.

Le sim che alcuni elementi di spicco della criminalità pugliese reclusi nel carcere di Taranto usavano, erano per lo più intestate a persone straniere, irreperibili in Italia o a “cittadini ignari che avevano sporto denuncia per sostituzione di persona”. È uno dei dettagli dell’inchiesta coordinata dalla procura ionica, che ha permesso l’arresto di 9 persone: sei in carcere e tre ai domiciliari. Tra loro è coinvolto anche un agente di polizia penitenziaria che avrebbe agevolato l’ingresso in carcere di droga e cellulari. Secondo quanto accertato dalle indagini degli agenti della squadra mobile, nei pacchi che venivano consegnati all’istituto di pena c’era per lo più cocaina, marijuana e hashish catalogate con parole in codice come borotalco, panino o erba. Le sim erano nascoste in pacchi di cacao in polvere, creme o pennarelli.

Sono cinque le consegne intercettate dai poliziotti convinti che “gli ideatori del sistema” siano “detenuti di elevato spessore criminale” in grado di “impartire precise disposizioni a chi era fuori dal carcere” che così sapeva come confezionare, trovare e consegnare droga e cellulari. Nel penitenziario, poi, sarebbero stati trovati anche clienti a cui spacciare droga e a cui smerciare sim e telefonini e che pagavano attraverso ricariche postepay fatte dai familiari. A collaborare alla attività del gruppo ci sarebbe anche una persona sottoposta alla misura alternativa alla detenzione carceraria che avrebbe fatto da tramite tra l’esterno e l’agente penitenziario che recapitava i pacchi ai detenuti.

Il poliziotto veniva ricompensato con somme di denaro che andavano dai 375 ai mille euro per ciascuna consegna effettuata. Da qui, l’accusa anche di concorso in corruzione per gli arrestati accusati a vario titolo di illecita detenzione, introduzione e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegali di armi comuni da sparo, introduzione illecita di telefoni e schede sim e ricettazione. L’inchiesta conta altri 15 indagati a piede libero.

La consegna di pacchi sospetti nel carcere di Taranto è da tempo obiettivo degli investigatori. Lo scorso 29 gennaio infatti, gli agenti della squadra mobile di Taranto hanno arrestato in flagranza di reato il poliziotto penitenziario e un pluripregiudicato agli arresti domiciliari poiché presunti responsabili, in concorso, di corruzione, detenzione illegale di sostanze stupefacenti, di apparecchi telefonici e sim card da introdurre all’interno della casa circondariale.

Dagli accertamenti era emerso che l’uomo ai domiciliari aveva ricevuto dal fratello di un detenuto recluso nell’istituto penitenziario tarantino, un pacco contenente una confezione di cioccolato in polvere e una di crema, con all’interno telefoni cellulari e sostanze stupefacenti. A ritirare il pacco dalla sua abitazione, dietro un compenso pattuito di 500 euro, sarebbe stato proprio l’agente che poi lo avrebbe consegnato ad alcuni detenuti. Nel pacco c’erano 200 grammi di hashish (suddivisa in 11 pezzi), 10 grammi di cocaina, quattro microtelefoni cellulari di marca “L8star” due Sim telefoniche e tre cavetti usb oltre a un barattolo di crema con all’interno due pezzi di hashish pari a complessivi 50 grammi e 5 grammi di cocaina.

Qualche giorno dopo, il 5 febbraio, è stata emessa un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere a carico di uno degli odierni indagati perché ritenuto responsabile di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. In particolare, l’uomo era risultato essere il destinatario del barattolo di crema rinvenuta e sequestrata nel corso della perquisizione del 29 gennaio.

La consegna di pacchi sospetti nel carcere di Taranto è da tempo obiettivo degli investigatori. Lo scorso 29 gennaio infatti, gli agenti della squadra mobile di Taranto hanno arrestato in flagranza di reato il poliziotto penitenziario e un pluripregiudicato agli arresti domiciliari poiché presunti responsabili, in concorso, di corruzione, detenzione illegale di sostanze stupefacenti, di apparecchi telefonici e sim card da introdurre all’interno della casa circondariale. Dagli accertamenti era emerso che l’uomo ai domiciliari aveva ricevuto dal fratello di un detenuto recluso nell’istituto penitenziario tarantino, un pacco contenente una confezione di cioccolato in polvere e una di crema, con all’interno telefoni cellulari e sostanze stupefacenti. A ritirare il pacco dalla sua abitazione, dietro un compenso pattuito di 500 euro, sarebbe stato proprio l’agente che poi lo avrebbe consegnato ad alcuni detenuti. Nel pacco c’erano 200 grammi di hashish (suddivisa in 11 pezzi), 10 grammi di cocaina, quattro microtelefoni cellulari di marca “L8star” due Sim telefoniche e tre cavetti usb oltre a un barattolo di crema con all’interno due pezzi di hashish pari a complessivi 50 grammi e 5 grammi di cocaina. Qualche giorno dopo, il 5 febbraio, è stata emessa un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere a carico di uno degli odierni indagati perché ritenuto responsabile di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. In particolare, l’uomo era risultato essere il destinatario del barattolo di crema rinvenuta e sequestrata nel corso della perquisizione del 29 gennaio.

 

 

 

Fonte: dire.it

Redazione OSAPPoggi

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