Ci saranno indagini nuove e ulteriori per il caso di Hassan Sharaf, il detenuto egiziano di 21 anni che il 23 luglio del 2018 si impiccò nella sua cella di isolamento e morì sette giorni dopo all’ospedale Belcolle di Viterbo.
Lo ha disposto il 10 dicembre, con l’avocazione, la Procura generale presso la Corte di Appello di Roma.
La Procura di Viterbo, che aprì un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio, nel 2019 avanzò la richiesta di archiviazione.
L’avvocato Giacomo Barelli, che rappresenta l’Ambasciata d’Egitto e il cugino della vittima, si era opposto alla richiesta e il prossimo 27 gennaio, di fronte al gip Autizi, si sarebbe dovuta discutere l’istanza del legale viterbese, ma la Procura generale ha disposto anche la revoca della richiesta di archiviazione.
L’avocazione del procedimento era stata auspicata dall’avvocato Michele Andreano – legale della mamma e della sorella di Hassan Sharaf e rappresentante nel processo della Ong Moltaquael Hevar – che lo scorso 9 agosto ha presentato una denuncia-querela presso il comando dei carabinieri di Roma San Lorenzo riportando una descrizione dei fatti antecedenti alla morte del ventunenne.
Secondo la Procura generale appaiono necessarie nuove indagini.
Hassan Sharaf, trasferito da Roma a Viterbo per scontare un residuo di pena, sarebbe uscito dal carcere meno di sessanta giorni dopo il suicidio, ossia il 9 settembre del 2018.
Michele Andreano, questa mattina, uscendo dall’aula 5 del tribunale penale di Viterbo ha affermato che “in una telefonata la vittima aveva confidato alla madre di essere felice della vicina scarcerazione”.
Poi, nella cella di isolamento dove era stato condotto, si è tolto la vita.
La vittima, come ha raccontato il Garante dei detenuti del Lazio, aveva dichiarato di aver paura di morire. L’inchiesta era arrivata anche in parlamento grazie a una interrogazione del deputato di +Europa Riccardo Magi. Adesso il fascicolo passa nelle mani della magistratura romana. E il caso della morte di Hassan Sharaf si riapre definitivamente.
Fonte: roma.repubblica.it