“Il mondo carcerario campano ha pagato un prezzo alto per la pandemia in termini di vite umane con dieci persone decedute a causa del covid19 di cui cinque agenti, quattro detenuti e un medico. 1644 sono stati i contagi negli ultimi sei mesi. Di essi, 862 fra gli agenti, 724 fra i detenuti e 58 fra gli operatori penitenziari. L’emergenza coronavirus ha acuito ulteriormente le già gravi problematiche della realtà carceraria, a cominciare dal sovraffollamento, ed ha evidenziato la necessità di ricorrere a misure alternative al carcere”.
E’ quanto ha affermato il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, presentando, stamani, la Relazione annuale 2020. Sono intervenuti il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, e il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma. Il Presidente Oliviero ha evidenziato che “bisogna attuare politiche finalizzate a realizzare nuove strutture carcerarie e a risolvere le attuali problematiche logistiche ed organizzative, nonché sostenere l’azione rieducativa degli istituti penitenziari al fine di promuovere il reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti”.
Commentando i dati riportati dalla Relazione relativi alle criticità conseguenti all’emergenza pandemica che hanno colpito il mondo carcerario campano, Oliviero ha evidenziato che “occorre proseguire nell’azione vaccinale in Campania a cominciare dalle categorie più fragili ed esposte, come i disabili, e gli stessi detenuti che, a causa delle problematiche legate al sovraffollamento delle carceri, sono maggiormente esposti al rischio contagio”. Dalla Relazione risulta, tra l’altro, che, al 28 febbraio 2021, nei 15 istituti penitenziari per maggiorenni e nell’istituto penitenziario militare di Santa Maria Capua Vetere, si registrano i seguenti dati: 6570 detenuti, di cui 149 semiliberi, a fronte di una capienza regolamentare di 6156 di questi 2349 sono ancora in attesa di giudizio, dato che potrebbe diminuire con un uso più parsimonioso della misura cautelare. Mettendo a raffronto i dati del presente anno con quelli dell’anno precedente, si registra una riduzione di 1132 ristretti, diminuzione resa possibile grazie sia alla concessione di arresti domiciliari sia di misure alternative previste dai decreti governativi adottati per fronteggiare l’emergenza sanitaria. La Relazione evidenzia, inoltre, l’aumento di eventi critici tra cui gli atti di autolesionismo (1.232), gli scioperi della fame o della sete (1.072); il rifiuto dell’assistenza sanitaria (398 casi), i tentativi di suicidio (146 rispetto ai 121 dell’anno precedente) e i suicidi (9 rispetto ai 5 del 2019).
Fonte: canale58.com