CARCERI/OSAPP: EMORRAGIA INARRESTABILE NELLA POLIZIA PENITENZIARIA – UN CORPO IN FUGA DALLA PROPRIA AMMINISTRAZIONE.
“Stiamo assistendo a un’emorragia senza precedenti nelle fila della Polizia Penitenziaria,” afferma Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). “Non è più un semplice turnover legato ai pensionamenti, ma una vera e propria fuga di massa da un sistema che sta implodendo su se stesso e che coinvolge i più giovani”
I numeri sono impietosi e raccontano una storia di abbandono e disillusione:
Il 184° corso di formazione per agenti e in questo momento in atto, pensato per 1713 nuove leve ne ha annoverate circa 1400. Più di 300 potenziali agenti svaniti nel nulla. L’attuale concorso per 2568 posti, ha raccolto la ‘miseria’ di 21.000 domande, con la concreta prospettiva che il 40% dei candidati poi non si presenti nemmeno alle selezioni e che alla conclusione dell’intero percorso i numeri residui siano ancora e inesorabilmente carenti. “Ma non è solo questione di nuovi assunti,” continua Beneduci. “Stiamo perdendo anche chi già c’è. Dieci domande di dimissione dal corso per vice ispettore anche in atto sarebbero già in via di spedizione. Giovani che preferiscono rinunciare alla carriera piuttosto che affrontare il peso e la paura delle responsabilità in un ambiente sempre più ostile in cui il nemico è soprattutto l’Amministrazione di appartenenza, mentre altri ragazzi già in servizio hanno presentato o stanno presentando domanda di proscioglimento”. Peraltro, non sono solo gli agenti a fuggire. Persino i direttori di nuova generazione stanno abbandonando la nave, alcuni verso altre e più favorevoli amministrazioni.. Un esodo che coinvolge tutti i livelli del sistema penitenziario. Le ragioni? Molteplici e radicate:
Un agente penitenziario guadagna in media 2.000 euro in meno all’anno rispetto ad un appartenente alla Polizia di Stato e 4.000 euro in meno di un carabiniere mentre la differenza con un finanziere ascenderebbe addirittura a 6.000 euro annui.
Ovviamente non è solo questione di stipendi, ma soprattutto di considerazione e di organizzazione, entrambe notevolmente carenti se non del tutto inesistenti per i Poliziotti penitenziari.
Nel frattempo, l’Amministrazione penitenziaria centrale naviga a vista, incapace di fornire regole chiare e supporto concreto a chi lavora in prima linea e persino, quale unica risposta al malgoverno del sistema penitenziario, si accanisce aumentando a dismisura i carichi di lavoro nelle carceri e inasprendo i procedimenti disciplinari per tacitare i dissensi.
La violenza quotidiana, i danneggiamenti, le aggressioni, i roghi nelle celle sono realtà che spaventano i giovani agenti, spingendoli a cercare lavoro altrove ed esasperano gli anziani.
“L’Amministrazione Penitenziaria deve rinnovare totalmente i suoi vertici visto che gli attuali negano persino l’evidenza della disillusione dei giovani e della disperazione degli intermedi e degli anziani” incalza Beneduci. “Non possiamo permetterci di perdere personale a questo ritmo. Il sistema carcerario è un pilastro fondamentale della nostra società: se crolla, crolliamo tutti.”
“È paradossale,” conclude il Segretario Generale, “che la Direzione Generale del Personale di Roma non fornisca alcuna certezza e lasci ai propri dipendente la fuga quale unica alternativa al disagio. Un ‘generale’ che, invece di guidare le truppe, le sta conducendo verso una ritirata disordinata e pericolosa.” L’OSAPP chiede un confronto immediato e concreto con il Presidente del Consiglio Meloni e con il Ministro della Giustizia Nordio. Non c’è più tempo per tavoli di discussione sterili presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che ha fallito su tutti i fronti. Servono azioni concrete e immediate, per arginare questa emorragia prima che il Corpo della Polizia Penitenziaria si dissangui completamente.
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