
di Leo Beneduci_ Il risveglio dei Provveditori Regionali, particolarmente quelli del profondo Sud, segna un punto di svolta nella gestione opaca delle missioni forfettarie. I dirigenti generali della punta dello stivale, dopo le denunce dell’OSAPP, hanno iniziato a richiedere integrazioni prima di corrispondere la ghiotta indennità. Un cambio di rotta che potrebbe finalmente portare trasparenza in un sistema finora caratterizzato da privilegi per pochi e rigore per molti. Intanto il direttore generale del personale continua a sfornare missioni a 110 euro al giorno e, con disinvoltura emana sulla base di precise disposizioni di legge, una circolare per il personale ordinario di trincea che deve documentare minuziosamente ogni spesa con pagamenti tracciabili e giustificativi, come imposto dalla circolare del 26 febbraio 2025. Ma le disposizioni di legge valgono anche per i dirigenti designati per chiamata diretta che godono di indennità forfettarie di 110 euro giornalieri senza alcuna rendicontazione e con possibilità di sforamento del limite dei 240 giorni, come rilevato dall’OSAPP all’esito di un accesso civico (rispetto al quale l’ufficio del bilancio ha dichiarato di non essere in grado di fornire risposte sugli oneri economici). Questa disparità si manifesta nelle numerose missioni disposte per sedi come Trento, Verona, San Gimignano e Biella, con incarichi “per il tempo strettamente forfettario” che a Biella prevedono addirittura “distacchi senza oneri per due mesi di interruzione” in violazione alla legge. La domanda è semplice: se il personale in distacco senza oneri ha la possibilità di alloggiare, perché poi l’amministrazione di piano terra si mostra così generosa per portare i 240 giorni a 480? Un singolo caso di 240 giorni a 110 euro comporta un esborso di 26.400 euro, cifra che nel caso del raddoppio arriva a 52.800 euro e, moltiplicata per tutti i beneficiari, rappresenta un salasso per le casse pubbliche. L’inefficacia di queste missioni è lampante: a Verona e San Gimignano i dirigenti sono rimasti in servizio per periodi strettamente forfettari, mentre a Prato e Trento non intenderebbero confermare la loro permanenza. Durante questi incarichi, le sedi hanno vissuto episodi critici: a Prato morti, evasioni, rivolte e aggressioni; a Trento aggressioni e danneggiamenti. Questi costosi impieghi per chiamata diretta si sono rivelati non solo privi di utilità concreta per l’amministrazione ma anche gravidi di costi per l’erario. La giustificazione formale nei provvedimenti si basa sull’indisponibilità di alloggi di servizio che, guarda caso, esistono ed erano in concessione ai predecessori dei comandanti scelti dal Direttore Generale del personale del Dap. La gestione dei beni demaniali incombe sul DAP, che non può disporre forfettarie in carceri dove sono già presenti mense e caserme, creando così un’evidente contraddizione nella gestione delle risorse pubbliche. Tutto questo l’OSAPP l’ha già segnalato (e ancora lo segnaliamo) nelle opportune sedi e, come da alcuni prospettato, un giudice a Berlino prima si trova e arriva.
Un sentito abbraccio a tutti.-
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP