La Polizia Penitenziaria, nel corso di un’operazione di servizio, ha rinvenuto e sequestrato un ulteriore smartphone a Lecce. Durante un’altra operazione di servizio, sono stati rinvenuti grossi quantitativi di sostanze stupefacenti e cellulari. “Ne dà notizia l’O.S.A.P.P. per voce del Segretario Generale Aggiunto Pasquale MONTESANO e del Segretario Regionale Ruggiero DAMATO.” Le carceri pugliesi sono sempre più in mano alla criminalità organizzata, con istituti diventati piazze di spaccio e strumenti di iniziative criminali senza precedenti. Rivolte, proteste e disordini ovunque: distruzioni, devastazioni e rovine. È evidente a tutti la strategia diffusa e sistematica dei detenuti, così come i drammatici momenti critici in otto carceri in soli due giorni. La strategia è chiara: rendere inagibili la maggior parte delle sezioni detentive. È palese l’esistenza di un vero e proprio piano programmatico, messo in atto in maniera sistematica da detenuti appartenenti o meno alla criminalità organizzata. Stamani a Lecce, la Polizia Penitenziaria locale, con il supporto proveniente dalle articolazioni della Puglia e Basilicata, ha eseguito un’importante operazione alle prime luci dell’alba, rinvenendo e sequestrando grossi quantitativi di sostanze stupefacenti e un elevato numero di cellulari. Negli ultimi giorni, a Foggia, sono state eseguite tre brillanti operazioni del reparto di Polizia Penitenziaria. In data 20 luglio, nel corso di un’operazione di servizio egregiamente coordinata, sono stati rinvenuti due smartphone nella seconda sezione del terzo reparto, dove sono ubicati detenuti presumibilmente appartenenti alla criminalità organizzata del territorio Dauno. In data 27 luglio, il Reparto di Polizia Penitenziaria di Foggia ha intercettato oltre un chilogrammo di hashish, suddiviso in panetti da 100 grammi, destinato al mercato interno della casa circondariale. Il 29 luglio, a seguito di attività d’indagine e nel corso di un’operazione di servizio, sono stati rinvenuti ulteriori due smartphone nella seconda sezione giudiziaria, dove sono ubicati appartenenti alla criminalità organizzata barese. Stamattina, ancora un ritrovamento e sequestro di uno smartphone, questa volta a un detenuto di origini tarantine, presumibilmente appartenente alla criminalità organizzata. Il successo dell’operazione rappresenta un’ulteriore vittoria nella lotta contro l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti e altri oggetti proibiti all’interno delle strutture carcerarie. Nonostante le gravissime carenze e i disagi della Polizia Penitenziaria, le continue aggressioni e il sistema penitenziario in Puglia, il carcere di Foggia si può definire sotto permanente assedio della criminalità organizzata. Le continue operazioni di servizio degli Uomini e delle Donne della Polizia Penitenziaria, che ad oggi hanno ottenuto eccellenti risultati nonostante i gravissimi disagi, evidenziano come stiano subendo il disagio di un’organizzazione complessiva che non funziona e da correggere, sottodimensionata negli organici e poco attenzionata dalla politica e dall’amministrazione penitenziaria. “Continuano i sindacalisti”, serve subito un’azione del Governo per affrontare l’emergenza, deflazionare la densità detentiva, rafforzare la Polizia Penitenziaria ed efficientare i servizi operativi per far fronte al disastro penitenziario che pone la Polizia Penitenziaria ai confini del sistema, particolarmente in Puglia, in un contesto ad alto rischio. Prima che accada l’irreparabile, più di quanto non sia già successo, il Governo si dia una mossa e prenda compiutamente atto dell’emergenza. “Concludono i dirigenti sindacali”. Ecco i motivi per cui ci siamo rivolti alla C.E.D.U., affinché istituisca una commissione di verifica delle condizioni lavorative degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria. Qui chiediamo e ribadiamo nuovamente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al sottosegretario Del Mastro e Ostellari e al Governo Meloni di aprire un tavolo di confronto permanente per discutere di riforme, organici, equipaggiamenti, sovraffollamento detentivo e, non ultima, la strumentalizzazione e la perseveranza della criminalità, che necessita di una democratica, rigida disciplina, tesa a ristabilire i canoni delle indicazioni normative del sistema penitenziario. Sono diversi anni che denunciamo il malessere del sistema in Puglia e gli archivi sono pieni delle nostre denunce a dimostrazione di essere presenti sul territorio e combattere per la base, troppo spesso abbandonata ed esposta anche all’ipocrisia e all’arroganza di alcune cellule sociali che curano solo ed esclusivamente i propri interessi e non quelli della Polizia Penitenziaria. Grazie Polizia Penitenziaria per quello che fate giornalmente per assicurare al sistema penitenziario, pur non essendoci le legittime condizioni, sicurezza e trattamento all’interno delle strutture.