E’ stata inaugurata ieri sera a Roma una casa di accoglienza che nasce per aiutare coloro che, detenuti ma senza un domicilio, possano uscire dal carcere grazie alle misure straordinarie previste per l’emergenza Covid-19. Il nome è esortativo: “Ricominciamo”, e vuole offrire un luogo accogliente per quei detenuti che, pur avendone diritto, non possano beneficiare delle misure alternative.
Il progetto – che vede impegnati l’Associazione Volontari in Carcere – Caritas di Roma, i Cappellani di Rebibbia e l’Elemosineria Apostolica della Santa Sede – è ospitato nell’istituto delle Congregazione delle suore “Figlie di Cristo Re“.
La casa, che si trova in Via della Pisana 332, ospita già tre persone in detenzione domiciliare, cinque in permesso premio e tre che hanno terminato la pena e stanno cercando un alloggio definitivo, ma ha già offerto accoglienza a decine di persone e molte altre ne attende.
I promotori sottolineano che “il nome ‘Ricominciamo‘ vuole esprimere l’idea della ripartenza da uno stato di emergenza e di crisi per intraprendere un cammino nuovo nello spirito della carità’”.
All’inaugurazione interverranno il cardinale Konrad Krajewski, monsignor Daniele Libanori, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma incaricato della pastorale nelle carceri, don Benoni Ambarus, direttore della Caritas diocesana di Roma.
Krajewski, che svolge l’incarico di Elemosiniere di Sua Santità, nel dicembre del 2018 offrì accoglienza a un ex detenuto che, senza casa, aveva trovato riparo sotto il Colonnato della Basilica di San Pietro, assieme ad altri senzatetto e che era alla sua quarantesima notte all’addiaccio. Don Konrad gli aprì le porta della sua casa, consegnandogli anche le chiavi. Enzo, questo il nome del detenuto ‘accolto’ da Krajewski, dimostrò in concreto la sua voglia di riscatto iniziando a lavorare gratuitamente alla costruzione di un dormitorio nei pressi di San Pietro, destinato ad accogliere altri bisognosi. La sua buona volontà verrà poi ripagata, altri lavori arriveranno e, assieme, anche un alloggio tutto suo, dove la vita è potuta finalmente ripartire.
Quell’abitazione, punto di partenza fondamentale per rendere dignitosa la vita delle persone, è stato poi comprata da don Konrad e tutt’oggi Enzo vi si dedica anche a preparare i pasti per i poveri che vengono poi distribuiti alla Stazione Termini e alla Stazione Tiburtina.
fonte: gnewsonline.it