„A pochi giorni dal 30esimo anniversario del documento, Treviso ha ospitato un confronto, organizzato da Telefono Azzurro, tra istituzioni e associazioni sui temi dell’infanzia e della detenzione“
un progetto attivo dal 1993, ideato e coordinato dalla Onlus con la collaborazione di una fitta rete di volontari sul territorio, per tutelare i bambini con uno o due genitori detenuti – con l’intento di tornare alla piena operatività dopo qualche rallentamento dovuto all’emergenza sanitaria. L’attività si prefigge di salvaguardare il rapporto tra minore e genitore, nonché il diritto dei detenuti a una pena conforme al senso di umanità (secondo l’articolo 27 della Costituzione italiana) che quindi possa includere la continuità di rapporto con i figli. In questo periodo di convivenza con il coronavirus, è stato fondamentale l’utilizzo del digitale per garantire i colloqui familiari a distanza tramite videochiamata e i seminari di sensibilizzazione online verso gli operatori a contatto con detenuti genitori, le famiglie e il mondo della scuola.
Secondo le statistiche del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero della Giustizia (aggiornato al 31 agosto 2020), la popolazione carceraria ammonta a 53.921 detenuti (2.263 di genere femminile). Sul totale, 24.233 sono genitori. Inoltre, sono 35 i bambini (0-6 anni) che vivono negli Istituti di prevenzione e pena con le proprie madri (33 detenute). Il progetto di Telefono Azzurro, “Bambini e Carcere”, prevede una profonda attività di dialogo, sostegno e animazione, gestita da una squadra di volontari formati e aggiornati – circa 200 su tutto il territorio, tra i 18 e i 75 anni – che presidiano 23 strutture carcerarie (17 Case circondariali e 6 Case di reclusione), 20 città e 10 regioni italiane, in collaborazione con il personale penitenziario. “Fin dalla sua nascita, il progetto Bambini e Carcere ha sottolineato l’importanza del volontariato nel tutelare le fasce più deboli e nel creare una cultura dell’infanzia. L’incontro di Treviso, città che da anni si impegna per diventare una vera e propria “Città dei Bambini”, ha voluto essere l’occasione di dare risposte concrete ai bisogni di bambini e adolescenti e di supportarli nel rapporto con i genitori, dentro e fuori dal carcere.” – ha dichiarato il Presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo.
Fonte: trevisotoday.it