Faceva entrare cellulari in carcere ad Aversa e millantava contatti a Roma per un posto nella penitenziaria. Il tutto in cambio di soldi. La procura di Napoli Nord ha chiesto il processo a carico di cinque persone accusate a vario titolo di corruzione, ricettazione e millantato credito nella vicenda che ha visto coinvolto un ispettore della polizia penitenziaria, Ferdinando Ferrara, e una sorta di sistema che aveva creato nel carcere in cui lavorava durante tutto il 2019. Nonostante l’agente verrà giudicato in un procedimento a parte, coloro che l’hanno corrotto dovranno comparire dinanzi al Gip per l’udienza preliminare.
Si tratta di varie persone coinvolte negli affari dell’agente infedele. Il primo è Pasquale Annicella, che deve rispondere di ricettazione e corruzione per aver dato 650 euro all’agente per far entrare un cellulare in carcere. Sempre di corruzione dovrà rispondere Raffaele Lionelli, accusato di aver dato 150 euro all’agente per far entrare un cellulare in carcere. Stessa accusa per Roberto Corona, Antonio Di Napoli e Raffaele Parisi che in due occasioni avrebbero pagato 150 e 50 euro sempre per il solito “favore”. Addirittura Di Napoli, in un’altra occasione, avrebbe pagato 120 euro per far entrare un cellulare da rivendere poi a un certo “Alfredino”. La sua difesa è affidata all’avvocato Luigi Poziello.
C’è poi il capito “concorso nella penitenziaria”. Secondo le accuse mosse dalla procura, Cesare Bizzarro avrebbe dato 300 euro a Ferrara che avrebbe millantato un contatto a Roma che avrebbe permesso a una sua persona di superare il concorso nella polizia penitenziaria. Di fatto Bizzarro, appartenente all’Esercito, fece da intermediario con colui che era disposto a pagare 600 euro per quel posto, Antonio Costantino Scaglioso. Una parte dei soldi doveva andare all’intermediario e un’altra a Ferrara. Entrambi devono rispondere di millantato credito.
Fonte: napolitoday.it