Da svariate settimane anche il Carcere di Cuneo è lasciato letteralmente alla indisturbata mercé dalla popolazione detenuta e dopo svariati episodi di violenza ed aggressioni in danno del Personale di Polizia Penitenziaria il culmine è stato raggiunto ieri 13 gennaio in cui le devastazioni provocate hanno riguardato e reso inagibile almeno metà della struttura.
A darne notizia è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) in un comunicato a firma del Segretario Generale Leo Beneduci.
Nela giornata di ieri a Cuneo – prosegue il sindacalista – un detenuto di nazionalità italiana ha staccato con violenza la gamba di un tavolo ed ha colpito, rompendoli, vetri, suppellettili ed ogni cosa che gli capitava a tiro nel reparto a trattamento intensivo. Non pago, lo stesso detenuto ha poi totalmente distrutto la postazione di servizio dell’Agente di Polizia Penitenziaria di servizio che, completamente dal solo nell’articolazione, non ha potuto fare altro che sottrarsi alla furia dell’ossesso per evitare più gravi conseguenze.
Anche nel Carcere di Cuneo come oramai nella stragrande maggioranza degli istituti penitenziari del Piemonte e sull’intero territorio nazionale, con punte estreme ed incontrollate, ridotti a veri e propri gironi infernali di dantesca memoria, a Torino, Firenze e Santa Maria Capua Vetere il Personale di Polizia Penitenziaria, di fatto privo di organizzazione, organici e strumenti per la propria tutela, è ogni giorno nella condizione di temere per la propria incolumità, non sapendo più in quali condizioni fisiche e morali concluderà il proprio turno di servizio quotidiano. Strano che nessuno si preoccupi del pozzo senza fondo delle spese per il ripristino delle strutture penitenziarie distrutte e rese inagibili dall’assenza di sicurezza e regole nelle carceri italiane, ma ciò che è peggio – aggiunge Beneduci – è che alla completa assenza ai problemi e alle soluzioni nella organizzazione e nella gestione del sistema da parte dei pur lautamente retribuiti dirigenti e vertici non appartenenti al Corpo dell’Amministrazione, di fatto responsabili di lasciare abbandonati a se stessi nelle carceri Donne e Uomini in uniforme, fanno il paio le assenze della politica i cui esponenti al Dicastero della Giustizia continuano ad ignorare, tranne che nelle pubbliche esternazioni ad effetto elettorale, cause e conseguenze di un disastro i cui effetti riverberano sulla sicurezza e sulle condizioni di civile convivenza della Collettività dove il carcere immette continuamente soggetti per nulla recuperati e persino inaspriti nelle attitudini delittuose.
Gravemente preoccupati e, nei fatti, del tutto inascoltati dall’Amministrazione come dal “palazzo” del Ministero di via Arenula a Roma – conclude Beneduci – quale sindacato del Personale di Polizia Penitenziaria facciamo appello al concreto intervento dei Prefetti per la constante perdita di sicurezza dei territori indotta dall’attuale sistema penitenziario e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per la completa inversione dell’attuale e deleteria politica penitenziaria nazionale.