Nella prima mattinata di oggi 5 ottobre 2023, un Agente di Polizia Penitenziaria in servizio al Padiglione C del Carcere di Torino, è stato colpito con un pugno al volto da un detenuto straniero. Il motivo scatenante della violenza, è stato che il detenuto pretendeva dall’Agente una sigaretta che l’Agente non poteva offrirgli per ovvie ragioni di servizio, oltre che perché non fumatore.
Al diniego il detenuto, senza ulteriore motivazione, ha sferrato un pugno di tale violenza che si è reso necessario accompagnare l’Agente presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino per le cure del caso e da cui è stato dimesso con giorni 5 (cinque) di prognosi s.c..
Purtroppo, comincia ad essere una triste “consuetudine” il dover assistere a tali episodi e il doversi chiedere le ragioni per cui il Personale di Polizia Penitenziaria è divenuto oggetto preferenziale delle reazioni violente dei detenuti – è quanto si legge in una nota a firma di Leo Beneduci – Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria).
La situazione delle carceri italiane, comprese quelle del Piemonte e della Valle d’Aosta, di cui Torino è il maggiore esempio negativo, è sempre più drammatica nel silenzio più assordante e della sostanziale inerzia dei vertici Locali, Regionali e Centrali dell’Amministrazione Penitenziaria e nell’indifferenza della Politica che, a parte i facili quanto irrealistici slogan, ha disatteso del tutto le promesse della campagna elettorale riguardo al superamento del marasma penitenziario italiano e per una efficace prevenzione delle violenze in danno dei Poliziotti Penitenziari per nulla qualificabili nell’ambito del rischio professionale.
In conclusione – afferma Beneduci – tenuto conto che nulla di sostanziale può più attendersi dalle autorità politiche e amministrative intente a garantire esclusivamente il proprio ruolo e le proprie posizioni economiche più che i propri risultati, non resta che augurarci che almeno il detenuto responsabile dell’aggressione sia sottoposto, in via disciplinare, alle misure di sorveglianza particolare di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario e che lo stesso venga, altresì, trasferito verso più idonea collocazione come previsto dall’ennesima circolare in materia (irrealizzabili ed inutili le precedenti) di recente decantata dal Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari.
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