Implemento del 41 bis, sovraffollamento nelle carceri, misure alterative alla detenzione, sicurezza e “nuova Polizia Penitenziaria”, sono queste le tematiche affrontate nel corso della conferenza tenutasi ieri nella sala dei Baroni al Maschio Angioino.
Il dibattito che ha visto interventi autorevoli di magistrati, politici e addetti ai lavori del Corpo di Polizia Penitenziaria, ancora una volta ha evidenziato la criticità del pianeta carcerario.
Sintetico e conciso l’intervento da parte del Sostituto Procuratore della Repubblica DDA presso il Tribunale di Napoli Giuseppe Visone, che dopo aver portato i saluti simbolici della magistratura napoletana, ha sottolineato la gravità della situazione delle carceri che mai come in questo momento sta vivendo momenti di fibrillazione dal punto di vista della sicurezza.
Il Pubblico Ministero Visone, citando in particolare il 41 bis, che appare uno strumento innegabile per onorare le vittime della mafia ha detto: “Nella settimana nella quale si commemora il trentennale della strage di Capaci, il miglior modo per onorare la memoria di Giovanni Falcone e mantenere in vita le sue idee e la sua visionaria capacità strategica di contrasto alla mafia è quella di implementare il 41 bis, che rappresenta un caposaldo.
In questo contesto nevralgico lo strumento della collaborazione è un architrave.
La legge sui i collaboratori di giustizia e la disciplina del 41 bis, ha puntualizzato Visone, non può e non deve essere messa in discussione se si vuole onorare le vittime della mafia”. Non è mancata una considerazione sullo scottante tema della violenza negli istituti di pena. “Il sistema è credibile quando non si usa violenza nelle carceri, quando ci sono regole certe e quando si riesce a bilanciare i numeri degli ospiti. Bisogna bilanciare la riforma del 2018 e creare misure alternative alla detenzione” – ha affermato Lucia Castellano, da tre mesi reggente al Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania.
Il Provveditore ha evidenziato che la situazione dei detenuti presenti negli Istituti penitenziari della Campania è allarmante. Solo nella nostra regione si registrano 6702 presenze di cui 2229 a Poggioreale e 1178 a Secondigliano.
Dall’onorevole Alessandro Amitrano (M5S) è giunta una considerazione per una maggiore tutela degli agenti di Polizia Penitenziaria. “Sono fermamente convinto che un provvedimento che metta al centro i diritti degli agenti e il rispetto della dignità di quanti hanno perso la libertà, sia fondamentale. La nostra Costituzione sostiene il reinserimento dei detenuti nella società, pertanto non possiamo negare l’innegabile duplice abito rivestito da questo corpo: quello da poliziotti e quello da educatori” – ha sottolineato il deputato. “La Polizia Penitenziaria – ha aggiunto Amitrano – rappresenta l’87% dell’amministrazione penitenziaria, pertanto la politica ha il dovere di ascoltare le loro richieste e garantire le migliori condizioni di lavoro possibili. Perciò, ho garantito il massimo impegno istituzionale, convinto che la loro voce non debba rimanere inascoltata”.
Dall’assessore comunale alla Legalità Antonio De Iesu è giunto, seguendo la linea tracciata dal sindacato organizzatore, un appello a riconoscere alla Polizia Penitenziaria “la funzione delicatissima, talvolta oscura, che non viene percepita all’esterno. L’agente penitenziario è tutto, in alcuni contesti finanche psicologo”.
Da un altro rappresentante della giunta Manfredi, l’assessore Paolo Mancuso, è arrivata invece una riflessione sull’evoluzione del corpo della Polizia Penitenziaria e sulla strada compiuta fino ad oggi, nel segno della sicurezza e della legalità.
I lavori si sono conclusi con un grido di allarme lanciato da parte dell’organizzazione sindacale Osapp, che ha denunciato il disastro penitenziario e i pericoli che ha vissuto e tutt’ora vive la Polizia Penitenziaria, a causa della scarsa attenzione delle politica e di promesse fatte e purtroppo non mantenute anche dall’attuale ministro della giustizia Marta Cartabia e dal premier Mario Draghi. Il Segretario generale Leo Beneduci, l’aggiunto Pasquale Montesano e il segretario regionale Campania Vincenzo Palmieri, hanno sostenuto che la polizia penitenziaria vive uno stato di totale abbandono delle Istituzioni ai massimi vertici.