O.O., ‘ospite’ nel carcere cagliaritano di UTA, condannato per furto, approfitta dell’ora d’aria dei compagni di detenzione. Non ce la fa proprio a restare chiuso in quella cella; deve andarsene, costi quello che costi; costasse anche la vita. Gli altri, quando tornano, non possono che prendere atto che è ‘evaso’ nessuno più lo potrà più far tornare in carcere. La gola squarciata, non c’è più nulla da fare.
Per quanto è dato sapere, è il quattordicesimo dall’inizio dell’anno. Prima di lui Sabatino Trotta, dirigente dell’ASL di Pescara: arrestato e rinchiuso nel carcere di Vasto, nell’ambito di un’indagine su presunte corruzioni relative ad appalti sanitari.
Nella macabra lista dei suicidi 2021 anche un ragazzino di appena 15 anni. Lui si è tolto la vita l’8 marzo scorso; aveva commesso una rapina, e lo avevano portato in una comunità di recupero a Caserta.
Imperscrutabili le ragioni per le quali a un certo punto scatta qualcosa, un ‘clic’, e si decide di farla finita. Secondo i dati forniti dal Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, nel 2020 i suicidi sono stati almeno 62; 53 nel 2019; 62 nel 2018; 48 nel 2017; 39 nel 2016 e nel 2015; 43 nel 2014.
Una situazione grave da sempre che rischia di ulteriormente collassare per i problemi creati dalla pandemia. “Per come è stata gestita la pandemia, un focolaio può scoppiare ovunque”, ammonisce Rita Bernardini, dirigente radicale e presidente di ‘Nessuno tocchi Caino’. “C’è sovraffollamento, bisogna ricavare spazi per l’isolamento…Sono situazioni difficilissime. A Parma è scoppiato un focolaio al 41-bis, cioè nel luogo più isolato”.
I focolai aumentano. Denuncia l’associazione ‘Antigone’: “I tassi di positività sono maggiori negli spazi sovraffollati”. Qualche esempio: il carcere di massima sicurezza di Melfi, oltre 50 detenuti postivi sui 160 presenti; la sezione femminile del carcere romano di Rebibbia, prima di Pasqua una cinquantina di detenute sono risultate positive. Tra loro anche una mamma con un neonato che ha poco più di un mese di vita. E poi Asti, la sezione 41bis del carcere di Parma, Modena, Padova…
Complessivamente, secondo i dati aggiornati a lunedì 5 aprile, i detenuti positivi sono 823 (di cui 17 ricoverati in ospedale) su un totale di oltre 52mila ristretti. “Dall’inizio della pandemia i detenuti morti per Covid-19 sono stati 18” spiega Michele Miravalle dell’Osservatorio di Antigone. “La situazione è relativamente sotto controllo, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Anche perché sappiamo che i tassi di contagio tra i detenuti sono più alti rispetto allo stesso dato relativo all’Italia in generale”.
Tratto da: lindro.it