Nel tardo pomeriggio di venerdì, un detenuto di nazionalità straniera, già resosi autore di altre gravi aggressioni in danno del personale di Polizia penitenziaria, dopo aver ultimato la doccia, si rifiutava di rientrare nella propria cella. Lo stesso detenuto prima aggrediva un suo compagno e successivamente aggrediva con calci e pugni il Personale di Polizia Penitenziaria che cercava di convincerlo a rientrare nella propria cella.
Gli Agenti feriti venivano accompagnati al pronto soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria e dimessi entrambi con giorni 5 di prognosi per contusioni multiple da aggressione.
A dare la notizia è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che dichiara: “Abbiamo perso il conto delle aggressioni avvenute sino ad oggi nel carcere di Torino con circa 50 agenti feriti tra donne e uomini della Polizia penitenziaria.
L’episodio, non isolato, si connota di ancor più gravità per il clima di violenza cui si assiste e, che compromette la sicurezza e la tutela del principio stesso di giustizia. Non possiamo che richiamare il rispetto di ciascuna figura operante all’interno del carcere e pretendere, arrivati a questo punto, che l’Amministrazione Penitenziaria periferica e centrale prenda formale consapevolezza di episodi che ormai rischiano di caratterizzare gli ambienti delle carceri italiane e, si adoperi con assoluta urgenza per la tutela di tutto il personale penitenziario.
Lo stesso Personale che si è sempre contraddistinto per la professionalità ed il senso assoluto del dovere e, che subisce episodi di violenza non più tollerabili e che rischiano di esasperare le condizioni di vivibilità e di lavoro. La sensazione è che l’Amministrazione, sia centrale che periferica, non sia in grado di fornire supporto, sostegno e tutela dinanzi al compiersi e, ormai reiterarsi, di atti di violenza. Per vero, esiste gia’ nel vigente O.P. un art.41 oggi del tutto disapplicato e il timore in capo al personale di trovarsi denunciati per tortura, parola facilmente utilizzata dai detenuti e dai loro familiari per una vera anarchia penitenziaria, ormai ictu oculi dirompente negli istituti. Confidiamo in un intervento urgente e concreto del nuovo esecutivo”.
Fonte: torinoggi.it