C’รจ una “capillare e diffusa circolazione di sostanze stupefacenti e psicofarmaci a scopo ricreazionale soprattutto all’interno di alcuni istituti” penitenziari e ci sono “aggressioni al Personale di Polizia penitenziaria” proprio da parte di chi fa uso di queste sostanze.
Lo sostiene l’OSAPP, Sindacato della Polizia Penitenziaria, che in una lettera inviata alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e al capo del Dap Carlo Renoldi, chiede di intervenire “in maniera stringente” e ricorda “le prioritarie responsabilitร dei direttori d’istituto, su cui incombono precisi obblighi di protezione del Personale dipendente e di tutela della vita e della salute dei detenuti”.
Secondo il Sindacato OSAPP “Oki, Buscopan, Takidol, Levotuss costituiscono solo una minima parte dei farmaci collocati sul mercato “grigio” del carcere (ossia acquisiti dietro prescrizione medica ma ricollocati per usi difformi) che i detenuti barattano con sigarette e altri generi, per ‘sballarsi’ con sostanze che spesso non rientrano nelle tabelle allegate al DPR 309/1990 e che, tuttavia, sono in grado di provocare dipendenza, euforia ed aggressivitร ”.
E il fenomeno della dipendenza da psicofarmaci “rappresenta la chiave di lettura degli eventi critici di tutti i detenuti ‘intemperanti’ che durante le crisi di astinenza aggrediscono il Personale, danneggiano i beni dell’Amministrazione e compromettono l’ordine e la sicurezza”.
Serve “un concreto ed immediato freno con una modifica delle attuali modalitร di gestione degli istituti e della popolazione detenuta, oltre che del modello di detenzione”,
sostiene il Segretario Generale dell’OSAPP Leo Beneduci.
Fonte: ansa.it