Emergenza Carceri: servono Taser e non GIO contro le Caffettiere – La Rivolta Hi-Tech dietro Muri Fatiscenti.- Afferma Leo Beneduci – Segretario Generale dell’OSAPP – Nell’estate olimpica del 2024, mentre l’Italia festeggia gli allori sportivi, una tempesta devastante e senza precedenti sta per abbattersi sul nostro sistema carcerario. Non parliamo più di semplice sovraffollamento, ma di una guerra asimmetrica tra detenuti armati di tecnologia e agenti disarmati dalla burocrazia.
La vera emergenza sono le rivolte, orchestrate con precisione militare grazie a una rete sommersa di smartphone.
Purtroppo – afferma il sindacalista – dietro muri scrostati e celle sovraffollate si nasconde un arsenale degno di un film di spionaggio: droni per il contrabbando, cellulari di ultima generazione, e armi improvvisate ma letali.
L’arsenale dei detenuti è tanto variegato quanto pericoloso: caffettiere trasformate in mazze inserendole nei calzini o nelle federe dei cuscini, fornelletti a gas convertiti in lanciafiamme artigianali, lame ricavate da oggetti di uso quotidiano. Ma la vera minaccia è invisibile e riguarda una rete di comunicazione clandestina che trasforma ogni cella in un centro di comando.
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), – aggiunge il leader dell’OSAPP – fedele alla sua incertezza burocratica e alle sue strategie antiquate, è consapevole di questo “tam-tam telefonico”, ma la sua risposta attiene solo a disposizioni generiche quali le circolari emanate sul territorio quali mere copia-incolla di precedenti allertamenti, riciclaggio burocratico in un’era che invece richiederebbe coerenza, innovazione e soprattutto organizzazione i
Nelle sezioni detentive, il rapporto di forza è allucinante: un agente contro 50, a volte 150 detenuti hi-tech (grazie agli smartphone), laddove l’agente è armato solo di una penna per annotare le infrazioni e si trova a fronteggiare un esercito organizzato via internet. È come mandare un solo vigile urbano a sedare una rissa tra contrapposte tifoserie nel parcheggio di uno stadio.
Il taser, infine non è più un’opzione, è una necessità vitale. Mentre il DAP si crogiola nella sua inefficienza, inviando raccomandazioni obsolete in un mondo che si muove alla velocità della fibra ottica, i detenuti organizzano rivolte con la stessa facilità con cui si prenota un tavolo al ristorante.
È questo il futuro delle nostre carceri? – Domanda Beneduci – fortezze digitali mascherate da ruderi, gestite dalla criminalità 2.0, e sorvegliate da agenti armati di penne a sfera?
Il messaggio è chiaro: o lo Stato si sveglia dal suo letargo tecnologico, dotando immediatamente gli agenti di taser e di strumenti e formazione professionale adeguati o presto non avremo più un sistema carcerario, ma un’enclave di anarchia high-tech nel cuore delle nostre città.
La scelta – conclude Il sindacalista – è oggi e non domani quella di evolversi o soccombere perché non c’è via di mezzo quando si combatte una guerra del XXI secolo con tattiche del XIX. Il tempo sta scadendo, e il prossimo “ding” che sentiremo potrebbe non essere una notifica, ma l’implosione di tutto il sistema penitenziario italiano.
LEO BENEDUCI – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria