
di Leo Beneduci_ “FATE SCHIFO” – quando l’insulto viene dall’alto e rivela il vero degrado di chi lo pronuncia. Un vertice dell’amministrazione penitenziaria ha gridato “FATE SCHIFO” al personale di Polizia Penitenziaria schierato durante le prove per la cerimonia del 2 giugno presso la Scuola di Via di Brava. Parole inaccettabili che rivelano arroganza e mancanza di rispetto verso chi serve lo Stato con dedizione. L’inadeguatezza di tale linguaggio è tanto più grave in quanto proviene da chi dovrebbe dare l’esempio e garantire dignità al proprio personale. Ma forse il vero “schifo” si trova altrove: nella palazzina 20 di Via di Brava e nelle opache procedure di concessione degli alloggi di servizio al personale nella medesima scuola. È paradossale che che si autoproclama esperto di diritto e pretende di imporre dress code e bavaglio con la seconda bozza del regolamento di servizio, non abbia la decenza di fare chiarezza sulle “schifezze” che accadono al piano terra del Dap. Il personale di Polizia Penitenziaria merita rispetto, non insulti. È ora che quel vertice dell’amministrazione, invece di giudicare chi lavora sul campo, faccia piena luce sugli aspetti poco trasparenti della gestione degli alloggi di servizio e su altre vicende oscure ed indebite che comunque, prima o poi, giungeranno al pettine. E allora, quando accadrà, non ci sarà più tempo per festeggiamenti a torte e babà ma solo per il rimpianto delle tante, troppe, occasioni perdute appresso alle bugie degli immeritevoli.
Un abbraccio come mille abbracci.-
Leo Beneduci – Segreteria Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP