Nel 2010 uccise un uomo che lo aveva rimproverato perché stava facendo i bisogni davanti al locale dei genitori. Dodici anni più tardi, torna alla ribalta delle cronache per aver devastato il carcere di Ivrea, dove sta scontando una condanna a 15 anni per omicidio.
Abdessamad El Kacimi, italiano di 35 anni di origini marocchine, il 21 giugno 2010 a Novara uccise a coltellate Vincenzo Oropallo, all’epoca 46enne, intervenuto in difesa dei genitori davanti al ristorante di famiglia.
Mercoledì scorso, proprio lui ha aggredito un Agente di Polizia Penitenziaria mentre effettuava la chiusura serale delle celle: a salvare l’Agente dalla furia di El Kacimi sono stati addirittura altri detenuti, che hanno trattenuto l’aggressore permettendo all’Agente di sottrarsi alla sua presa e di farsi poi medicare al pronto soccorso.
Il giorno successivo, un altro episodio, questa volta solo contro oggetti: il detenuto, dopo aver sfilato l’anta della finestra della cella, ha danneggiato le pareti e ha tentato di sfondare la parete.
Si tratta degli ennesimi episodi che si verificano nelle carcere torinesi, da tempo alle prese con una lunga serie di aggressioni, danneggiamenti e vere e proprie rivolte. Problemi che ancora una volta vengono denunciati dal Sindacato OSAPP(Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) e da altre organizzazioni sindacali, attraverso un comunicato:
«Chiediamo a tutte le autorità a qualsiasi livello di intervenire. Una situazione simile, oltre ad essere altamente pericolosa, è dannosa per tutti indistintamente».
I sindacati puntano il dito anche contro la direzione del carcere stesso:
«L’Istituto è da tempo senza un direttore titolare e il personale riceve direttive via telefono».
Il risultato è che «il Personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo delle forze e non ce la fa più oltre ad essere abbandonato completamente a se stesso».
E quindi ecco l’ennesimo appello, già ripetuto più volte negli ultimi mesi e per ora sempre caduto nel vuoto: «Chiediamo a gran voce aiuto a tutte le autorità ognuno per la parte di propria competenza affinché si ponga fine a questa incresciosa situazione». Adesso però c’è un nuovo governo e quindi i sindacati chiedono «l’intervento immediato del ministro Nordio considerato che il Personale di Polizia Penitenziaria non interessa più a nessuno: le politiche penitenziarie oramai sono concentrare sui detenuti».
Fonte: torino.cronacaqui
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