Maxi screening che varcherà i confini di Volterra. Sotto la lente le guardie penitenziarie e il personale. Sono 51 i contagiati.
Una robusta e capillare operazione di tracciamento che sfonderà la barriera dei confini geografici comunali e che riguarderà 92 famiglie, ossia i contatti stretti del personale (polizia penitenziaria, docenti, amministrativi e avvocati) che lavora all’interno del carcere, dove il focolaio Covid ieri ha toccato quota 51 contagiati, tutti detenuti.
L’obiettivo dell’indagine epidemiologica partita da ieri è chiaro: ricostruire una intricata filiera di contatti per arginare l’esplosione del cluster, riallacciando così le fila dei contatti anche indiretti attraverso una corposa indagine epidemiologica che riguarderà famiglie del posto e non solo, dato che in carcere lavorano anche persone che arrivano da fuori Comune.
La fotografia attuale parla di un solo positivo in più nelle ultime 24 ore, ancora un detenuto come detto. Intanto sono stati effettuati oltre un centinaio di tamponi (il totale, se contiamo popolazione carceraria e lavoratori del Maschio, supera i 270 screening) e quelli già processati saranno tutti ripetuti, mentre un piccolo spicchio di luce si apre dai verdetti dei primi tamponi che sono stati effettuati agli agenti della polizia penitenziaria, settanta in tutto, risultati negativi.
Una parte degli agenti della penitenziaria, ricordiamo, è stata allontanata dai propri nuclei familiari e dai contatti stretti ed è ospitata nei locali della Foresteria, mentre sono stati bloccate tutte le uscite per i detenuti in stato di semi libertà.
«E’ in corso un’indagine epidemiologica vasta che da oggi (ieri per chi legge, ndr) riguarderà quasi un centinaio di famiglie, intese come contatti stretti del personale che opera all’interno del carcere, dagli insegnanti alla polizia penitenziaria – sottolinea il sindaco Giacomo Santi – le positività, rispetto all’esplosione del focolaio nei giorni scorsi, si sono per ora fermate ad un solo e nuovo caso. Sono arrivati i primi risultati dei tamponi di una buona parte degli agenti di polizia penitenziaria, e questi hanno dato esiti negativi. Un fatto che lascia ben sperare, anche se dovremo attendere la fine della ricostruzione di tutte le filiere di contatti, e parlo di un’indagine molto complessa.
Vediamo un primo spiraglio, ma è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo. I detenuti risultati positivi sono in buone condizioni di salute e non tutti presentano sintomatologia al Covid”. Dunque, attualmente non risultano casi di positività oltre i cinquantuno detenuti, ma l’indagine è ancora in corso e dovranno essere tracciate intere reti di contatti.
Fonte: lanazione.it