La Direttrice del Carcere di Campobasso replica alla forte presa di posizione di un sindacato di Polizia Penitenziaria che in una nota (destinata fra gli altri anche al Ministro della Giustizia) aveva denunciato lo sgarbo nei confronti del Comandante Ettore Tomassi in occasione della cerimonia funebre per via dell’assenza di talune Autorità.
“Corre l’obbligo di fornire alcune precisazioni – scrive Rosa La Ginestra -. Tanto si ritiene di far conoscere proprio per il rispetto che la scrivente, Direttore di Istituto penitenziario da circa 40 anni, nutre per il Corpo di Polizia Penitenziaria, di cui conosce la professionalità, l’abnegazione ed il senso del dovere.
Ho lavorato con il Dottor Tomassi nel 2019 per un breve periodo, circa due mesi, fin quando, prima per ferie e poi per malattia, non ha più ripreso servizio.
Il particolare momento storico che vede tutti rinunciare a diritti costituzionali e a certezze acquisite, impone alle forze dell’ordine – di cui la Polizia Penitenziaria fa parte a pieno titolo – comportamenti che siano esempio di osservanza delle norme in vigore.
L’adeguamento a queste norme è alla base del sobrio cerimoniale utilizzato durante il funerale, in sostituzione del picchetto d’onore, che avrebbe visto coinvolti almeno quindici uomini.
Si è scelto di bilanciare quanto accade in questo momento a tanti Italiani a quanto dovuto alla persona del Dott. Tomassi. Migliaia di persone sono decedute per “covid-19” senza alcun conforto familiare, senza la possibilità di celebrare un funerale o presenziare alla sepoltura del proprio caro, sacrificando il dolore alla necessità di evitare rischi di ulteriori contagi, con limitazioni che ancora oggi ci vengono richieste.
Si è deciso perciò, in una giornata indicata dalla normativa come “rossa”, di inviare alla cerimonia funebre una contenuta rappresentanza di appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Presenza che c’è stata, al contrario di quanto riportato dalla stampa e da chi ha fornito il resoconto dell’evento.
Ciò non inficia assolutamente il rispetto e la considerazione verso il Dott. Tomassi e tutto il Corpo della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente si spende per il bene della Giustizia e dello Stato.
Perciò, si ribadisce il concetto di stima e considerazione che si estende anche alla famiglia del defunto e si torna ad affrontare la gestione del carcere, con i mille problemi concreti che sicuramente il Dott. Tomassi ben conosceva e che certamente avrebbe considerato prioritari rispetto a questioni di forma”, conclude la Direttrice dell’Istituto carcerario del capoluogo.
Fonte: primonumero.it