Sul tavolo i nodi prescrizione, Csm e processo civile Grillini sulle barricate: il testo Bonafede non si tocca.
Il dialogo, anzitutto. E un approccio inclusivo, ma non ecumenico fino all’indistinto. Marta Cartabia apre il cantiere delle riforme e convoca gli esperti di giustizia della sua maggioranza omnibus.
I piani sono ambiziosi ma vestiti di minimalismo: nessun proclama ideologico, nessuna palingenesi, ma attenzione al dettaglio, concretezza, tavoli di lavoro ristretti e uso delle deleghe per stemperare e cercare sintesi su temi così incandescenti.
Sul tavolo molti dossier: l’accelerazione del processo civile, sfruttando anche il momento e i 2,7 miliardi in arrivo con il Recovery plan; poi c’è il comparto della magistratura onoraria che è sul piede di guerra e attende un segnale da via Arenula. Ancora, due spine per ogni esecutivo: il nuovo Csm, dopo il disastro provocato dal ciclone Palamara e da una raffica di dimissioni; quindi, gli assetti del processo penale, con l’eterna diatriba sulla prescrizione.
La ministra riconosce «l’enorme lavoro fatto» da Alfonso Bonafede, parla di carceri e di digitalizzazione, promette ascolto e «centralità del Parlamento». Intanto, i deputati e i senatori convocati scaldano i motori. I 5 Stelle dicono chiaro e tondo che la riforma Bonafede non si tocca; Enrico Costa di Azione e Lucia Annibali di Italia viva naturalmente non sono d’accordo. E Pierantonio Zanettin di Forza Italia, ex Csm, mette le mani avanti: «Questa non è la vecchia maggioranza allargata, ma è una maggioranza nuova. Serve discontinuità».
Il metodo, dunque. Si decide di giocare di sponda con la legge delega, allungando a fine aprile il termine per presentare gli emendamenti. Cartabia non ama gli strappi e non ha bandierine di qualche colore da sventolare, ma con tutta la buona volontà, non si capisce come il rispetto del principio costituzionale del giusto processo possa coniugarsi con la prescrizione a vita, così come è oggi nella formulazione varata dal Conte1.
A quell’epoca i 5 Stelle e i leghisti trovarono un accordo che doveva essere uno scambio: prescrizione senza limiti, dopo la sentenza di primo grado, e in contemporanea una riscrittura delle norme per velocizzare i processi.
La seconda parte si è persa per strada e si studierà una rivisitazione di tutta la materia. Ma è chiaro che le mediazioni arrivano fino a un certo punto, oltre non si può andare. Il ministro tratteggia una «sensibilità nuova» che lascia presagire cambiamenti di sostanza.
L’ex presidente della Corte costituzionale presenta la sua road map, sistemando il traguardo sul calendario prima dell’estate.
Insomma, inizia un momento di riflessione e dibattito, ma sarà una stagione breve: poi si passerà alle scelte e ai voti. Certo, l’indice dei temi trattati è chilometrico e in prospettiva ciascun partito, con la propria sensibilità, potrà legare la propria azione a questo o quel segmento.
Si devono sbloccare i concorsi paralizzati dal Covid, cominciando da quello per i futuri avvocati, e occorrono robuste iniezioni di personale negli uffici sguarniti. Come se non bastasse, c’è da affrontare in cassazione l’arretrato sul fronte dei ricorsi tributari. Ma presto la maggioranza arcobaleno si troverà a dover svoltare da una parte o dall’altra. Per oggi, però, si sottolinea un clima di collaborazione inedito. «Con la precedente maggioranza – spiega al Giornale il sottosegretario Francesco Paolo Sisto – c’è sempre stato il muro contro muro. Ora abbiamo voltato pagina». Tutti insieme, o quasi, per la prima volta su un sentiero stretto e scivoloso.
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