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Gli orrori di Cutolo: nell’82 l’omicidio della piccola Simonetta a Cava de’ Tirreni

Cutolo è morto all’età di 79 anni. Tra gli orrori indelebili del capo della Nuova Camorra Organizzata, c’è l’omicidio di Simonetta Lamberti.

Raffaele Cutolo è morto in cella all’età di 79 anni. Tra gli orrori indelebili del capo della Nuova Camorra Organizzata, c’è l‘omicidio di Simonetta Lamberti a Cava de’ Tirreni. La piccola morì il 29 maggio 1982. La bambina di soli 11 anni era figlia del magistrato Alfonso Lamberti e rimase uccisa nel corso di un attentato il cui obiettivo era suo padre, all’epoca procuratore di Sala Consilina.

Cutolo, la piccola Simonetta uccisa a Cava durante un attentato

Il crimine viene ricordato come il primo di una serie che coinvolse vittime innocenti nelle lotte di criminalità organizzata negli anni ottanta.

Simonetta Lamberti, nata a Napoli il 21 novembre 1970, era figlia del magistrato Alfonso, procuratore di Salerno prima e di Sala Consilina poi, impegnato nel contrasto ai sequestri di persona e, successivamente, nella lotta contro la camorra; proprio per le attività investigative sulla criminalità organizzata era sotto protezione della polizia.

L’attentato

Il 29 maggio 1982 Lamberti si recò con la figlia da Cava de’ Tirreni, dove abitava, alla contigua Vietri sul Mare, per passare alcune ore in spiaggia. Sulla via del ritorno, a poche centinaia di metri dall’ingresso in Cava de’ Tirreni, la vettura del magistrato fu affiancata da un altro veicolo da cui furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco che colpirono il magistrato in modo non grave, mentre sua figlia, addormentata sul sedile posteriore, fu colpita alla testa, rimanendo uccisa quasi istantaneamente.

Le indagini

Le indagini per l’omicidio di Simonetta Lamberti si sono concentrate quasi immediatamente sull’attività di magistrato del padre, inscrivendo l’omicidio nel quadro delle attività camorristiche.

L’attività investigativa ha portato nel 1987 la Corte di Assise di Salerno a condannare all’ergastolo Francesco Apicella sulla base di una testimonianza oculare. Il 18 aprile 1988, giorno della sentenza, basandosi sulla non credibilità dei pentiti interrogati in primo grado, la Corte d’Appello di Salerno presieduta da Mario Consolazio prosciolse Salvatore Di Maio e Carmine Di Girolamo per non aver commesso il fatto.

Le indagini ebbero una svolta clamorosa il 18 maggio 1993, quando il giudice Alfonso Lamberti fu arrestato sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia Pasquale Galasso, nell’ambito delle quali Lamberti fu definito come “organico alla camorra“. Secondo le dichiarazioni di Galasso, Lamberti avrebbe favorito Carmine Alfieri e lo stesso Galasso, emettendo sentenze che annullavano “misure di prevenzione personale e patrimoniale” a loro carico. Nel luglio dello stesso anno, Alfonso Lamberti tentò il suicidio in carcere.

“Cutolo mandante dell’omicidio”

Nel 2006 lo scrittore Roberto Saviano indicò nel suo libro Gomorra in Raffaele Cutolo il mandante dell’omicidio di Simonetta Lamberti. L’inchiesta sull’omicidio di Simonetta Lamberti è stata riaperta nella prima settimana di novembre 2011, sulla base delle rivelazioni del pregiudicato Antonio Pignataro, reo confesso. Quest’ultimo avrebbe partecipato all’ideazione dell’attentato al giudice Lamberti, la cui esecuzione materiale sarebbe stata effettuata da altre quattro persone, su mandato di Salvatore Di Maio. Secondo Pignataro l’auto utilizzata per l’agguato, una Fiat 127 bianca, sarebbe stata ceduta agli attentatori da Giovanni Gaudio, collaboratore di giustizia della camorra, ora indagato nell’ambito di questa nuova inchiesta.

Il 5 novembre del 2019 Pignataro fu scarcerato e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. Pignataro aveva ricevuto una condanna a 30 anni di reclusione.

 

 

Fonte: occhionotizie.it

 

Redazione OSAPPoggi

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