Carceri/OSAPP Calabria: Gravissimi disordini a Reggio Calabria, Arghillà. – Gravissimi disordini sono ancora in corso presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria, plesso di Arghillà, dove un gruppo di detenuti di origine georgiana ha rifiutato il rientro in cella con l’intenzione di aggredire un detenuto allocato in un’altra sezione detentiva. Ne dà notizia l’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Aggiunto Pasquale Montesano “La tensione è altissima e, nel corso della mattinata, sono stati richiamati in servizio appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria liberi dal servizio, mentre ulteriori rinforzi sono giunti da altri istituti penitenziari della regione. Si tratta dell’ennesimo episodio che, per certi versi, dimostra quali siano le condizioni nelle carceri, e il plesso di Arghillà e la Regione Calabria non fanno eccezione per quanto riguarda le condizioni detentive e di lavoro del Personale penitenziario, a livello nazionale. Ovviamente, il Personale ha agito in maniera professionale e immediata, scongiurando conseguenze peggiori per le persone coinvolte” continua il Segretario Montesano, “lo diciamo e lo ribadiamo: a nostro avviso, si sta sottovalutando da parte governativa il persistere di una pessima gestione delle infrastrutture e del Personale da parte dell’amministrazione penitenziaria centrale. La politica finge di non vedere o ignora queste condizioni, che invece sono la principale causa delle proteste e degli episodi gravi che stanno accadendo. Non si possono attuare le misure che il governo e i partiti immaginano laddove c’è un’amministrazione che non agisce prontamente e non garantisce al personale la necessaria sicurezza durante l’emergenza. Quanto sta accadendo è palesemente l’effetto dello stato di abbandono sostanziale in cui versano le carceri, e a pagarne le spese è la Polizia Penitenziaria, che sconta pene dell’inferno solo per il fatto di essere al servizio dello Stato”. Conclude Montesano, “appare evidente che episodi come questi vanificano il diuturno sacrificio e la straordinaria professionalità dei 36.000 uomini e donne del Corpo di Polizia Penitenziaria, che quotidianamente assicurano la sicurezza nelle carceri del Paese e costituiscono al tempo stesso l’ultimo baluardo di umanità nelle frontiere penitenziarie, ancora caratterizzate da suicidi tra detenuti e operatori, violenze fisiche e morali, sovraffollamento, sofferenze e abbandono da parte della politica. Le denunce dell’OSAPP, fino a oggi inascoltate, devono trovare da subito, anche per la Calabria, un immediato piano di rinnovamento e iniziative tese a ristabilire per la Polizia Penitenziaria una condizione lavorativa e di sicurezza al passo con i tempi, pena conseguenze maggiori e più gravi”.
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