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Ha vinto Battisti: ha cambiato prigione

Via dal carcere bunker di Rossano Calabro, ai margini estremi della Penisola. Una nuova cella novecento chilometri più a Nord, a Ferrara, a ridosso delle regioni in cui quarant’anni fa la sua banda di terroristi rossi seminò la morte.

Via dal carcere bunker di Rossano Calabro, ai margini estremi della Penisola. Una nuova cella novecento chilometri più a Nord, a Ferrara, a ridosso delle regioni in cui quarant’anni fa la sua banda di terroristi rossi seminò la morte. Cesare Battisti, il leader dei Proletari armati per il Comunismo estradato dalla Bolivia nel 2019 dopo decenni di coccolata latitanza, ha ottenuto la prima vittoria dopo due anni di battaglie contro lo Stato italiano.

Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la struttura del ministero della Giustizia che gestisce le carceri, ha disposto il suo trasferimento dalla struttura calabrese alla casa di reclusione emiliana. La decisione è stata presa d’intesa con il ministro della Giustizia Marta Cartabia, e fonti di via Arenula motivano il provvedimento con ragioni di sicurezza. Ma è un dato di fatto che il trasloco del criminale arriva dopo giorni in cui lo sciopero della fame di Battisti, finalizzato proprio a ottenere il trasferimento, ha raccolto appoggi nell’opinione pubblica progressista, con fonti autorevoli arrivate a definirlo «una vittima».

Per Battisti il trattamento carcerario continua a essere il cosiddetto As2, ovvero il circuito di alta sicurezza appena inferiore rispetto ai detenuti più pericolosi. Il ministero della Giustizia fa presente che la declassificazione di Battisti avrebbe richiesto una serie di pareri positivi che non sono arrivati anche a causa dell’atteggiamento tenuto dal pluriomicida dopo il suo rientro in Italia, privo di qualunque espressione di pentimento e nemmeno di autocritica rispetto ai delitti di cui è stato ritenuto colpevole.

E allora perché Battisti è stato trasferito?

In qualche modo è stato proprio il leader dei Pac ad aprire la strada, con la sua campagna mediatica dei giorni scorsi. Il detenuto, tramite i suoi legali, aveva segnalato che nel carcere di Rossano gli unici altri detenuti sottoposti al regime As2 erano dei terroristi islamici, e questo rendeva incompatibile la convivenza. In realtà questa carta era stata tentata da Battisti già nell’ottobre scorso, quando aveva sostenuto di avere ricevuto minacce durante l’ora d’aria a causa di non meglio precisate minacce che gli integralisti islamici gli avrebbero rivolto, postumi di contrapposizioni risalenti all’epoca in cui Battisti viveva in Francia protetto dalla «dottrina Mitterrand». In ottobre le affermazioni di Battisti erano state giudicate campate in aria dal Dap e dalla Procura di Milano. E Battisti era stato lasciato a Rossano.
Ora, a quanto pare, lo scenario è cambiato. Proprio a seguito delle lamentele trasmesse ai media, il pluriergastolano sarebbe stato «avvicinato» in carcere da detenuti legati all’integralismo islamico.

Non si parla di minacce vere e proprie, ma di avvisaglie che il ministero ha ritenuto di non poter sottovalutare: si parla di un «clima di contrapposizione seguito anche da episodi specifici».

Così è partito l’ordine di trasferimento, anche perché se dopo gli endorsement a suo favore a Battisti fosse successo davvero qualcosa, ne sarebbe scaturito un mezzo finimondo. Così l’altro ieri è stato prelevato a Rossano e trasferito al Nord. Non è un cedimento, dicono al ministero. Ma intanto Battisti ha sospeso lo sciopero della fame.

 

 

 

Fonte: ilgiornale.it

Redazione OSAPPoggi

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