Nell’ottobre scorso, in occasione della visita di Antigone (associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale) la casa circondariale di Ferrara non registrava alcun caso di positività al Covid.
«Sin dai primi mesi dell’emergenza – si legge nel report dell’associazione – l’istituto si è dotato di tutte le misure di prevenzione e ha svolto un’importante attività di informazione per la popolazione detenuta».
Un quadro in controtendenza rispetto a quanto rilevato da Antigone nel corso delle sue visite all’interno delle carceri emiliano romagnole per verificare l’impatto dell’emergenza sanitaria. In termini generali, infatti, le attività di monitoraggio realizzate dall’articolazione locale di Antigone e le visite effettuate dai componenti dell’osservatorio regionale sulle condizioni di detenzione «in questi 12 mesi registrano una considerevole tensione interna nelle prassi di governo del sistema penitenziario della Regione». In particolare, l’esigenza di contenere i contagi e i conflitti ha portato a due differenti orientamenti, ovvero la messa in discussione o il mantenimento del regime a celle aperte e degli assetti della sorveglianza dinamica.