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Il carcere in Bielorussia, tra torture e violenze sessuali

egli ultimi giorni la Bielorussia è tornata sotto i riflettori e il congresso degli Usa ha riconosciuto Svetlana Tikanovskaia come presidente bielorusso, ora tocca all’Europa. In una dittatura la legge non funziona e, come durante la Seconda guerra mondiale, oggi il regime sottopone alla repressione tutta l’élite bielorussa, incluse persone che appartengono al mondo della cultura, della scienza e i giornalisti. Il mio obiettivo è condannare questo regime e avvisarvi del pericolo che questa persona (Aleksandr Lukashenko, ndr) rappresenta: uomo avvisato, mezzo salvato.

Le repressioni si basano su accuse false e su falsificazioni delle prove. Anche il colore dei vestiti, un semplice sorriso, un ballo, le tradizioni nazionali, tutto ciò può essere una base per la repressione o per arresti che servono solo a far scena, a “prevenire” qualcosa. Qualli sono le condizioni di detenzione nelle carceri bielorusse? Se prima i prigionieri politici venivano uccisi con un colpo di pistola, oggi, come è scritto su un muro di una prigione, ci stanno “uccidendo da dentro”. I prigionieri politici, senza alcun motivo, vengono dichiarati estremisti e viene loro assegnato un badge colorato. Vengono utilizzati metodi di medicina punitiva e i medici che applicano queste tecniche non rispondono al Ministero della Salute ma a quello degli Affari Interni. In questo modo violano il loro giuramento.

I medici che diffondono volontariamente le malattie

Io chiamavo i medici della prigione “la milizia in divisa bianca”. Loro, di proposito, diffondono varie malattie all’interno, come la tubercolosi e altre. Vi mostro i denti che ho perso in conseguenza di queste repressioni. Gli ultimi tre anni della mia detenzione sono trascorsi in una cella singola senza la luce del sole, fredda e molto buia, e senza le vitamine. Queste mi sono state inviate dai miei amici, ma sono state trattenute per tre anni nell’unità sanitaria del penitenziario. Le ho ricevute, ormai scadute, solo dopo la mia liberazione.

Come conseguenza di queste repressioni, il muscolo della mia pupilla ha ceduto e ho cominciato a perdere la vista. C’è un principio in vigore: quello di non permettere a un prigioniero di sopravvivere fino al prossimo arresto. Ho avuto il coronavirus. E’ stata dura, ma sono sopravvissuto. Tutto l’aiuto dei medici consisteva nel misurarmi la febbre ed auscultare i miei polmoni con uno stetoscopio.

Nella nostra cella è arrivato un uomo con una grave forma di tubercolosi: tossiva tutta la notte e, al mattino, c’erano tracce di sangue. Ho chiesto all’amministrazione del carcere di aiutarlo e di isolarlo da noi. Il giorno dopo questa persona è stata posta nella cella accanto. Il periodo d’incubazione della tubercolosi è di sei mesi. Durante questo tempo, questa persona malata potrebbe essere rilasciata mentre altri potrebbero rimanere all’interno del carcere: ma l’amministrazione della struttura non sarà responsabile del potenziale genocidio.

“Drogati durante gli interrogatori”

Il personale sanitario, durante gli interrogatori, utilizza psicotropi, droghe e altre sostanze. Guardando le pupille cercano poi di caprie se le sostanze stanno funzionando. Inoltre minacciano di effettuare iniezioni contro la volontà di chi è sottoposto ad interrogatorio. Quando, dopo l’assunzione di queste droghe, ho iniziato ad avere le allucinazioni e vedevo per terra ragni grossi come una mano, rossi, e altre scene stranissime, mi sono accordato con il mio avvocato per smettere (ovviamente in forma segreta) di assumere queste sostanze.

I servizi segreti, tra l’altro, sottopongono alle torture con il freddo, per cui non si riesce a dormire di notte. L’unico modo per addormentarsi è l’attività fisica, perché permette di scaldare il proprio corpo. Se una persona non dorme per cinque giorni, accadono processi irreversibili e, dopo undici giorni, la persona muore. Ho subìto le torture con il freddo fino a cento giorni di fila e, in totale, dal 2017, per 520 giorni.

Torture e avvelenamenti

Altre tipologie di torture a cui vengono sottoposti i prigionieri comportano l’utilizzo di vari gas o ultrasuoni e, tra l’altro, i prigionieri sono minacciati anche con la violenza sessuale. Inoltre, nel mio caso, hanno cercato di avvelenare il mio cibo simulando in questo modo il suicidio. Dopo essere stato male, ho chiesto una perizia sul cibo dicendo, tra l’altro, che l’avrei pagata io. Ma la risposta è stata che non si poteva fare. Dopo questo rifiuto, gli attivisti per i diritti umani hanno mandato un gruppo di osservatori sanitari ed epidemiologici nel carcere.

Questi osservatori hanno confermato che c’è stato un tentativo di avvelenare il cibo ma l’esito dell’analisi è stato sequestrato dal procuratore regionale. Invece le analisi che hanno effettuato al mio stomaco sono scomparse dalla mia cartella medica e, solo dopo sei mesi, sono riuscito ad ottenere un’analisi del sangue. In questo modo i servizi segreti e le forze dell’ordine cercano di nascondere i loro crimini evitando la loro responsabilità.

Un anno prima della mia liberazione, hanno distrutto tutti i materiali del mio caso, cercando di lasciarmi senza ogni possibilità di riabilitarmi. La procura e la corte regionali hanno confermato che questa distruzione era illegale ma, ormai, i cinquanta volumi del mio caso sono spariti per sempre. La giudice che ha emesso il verdetto della mia assoluzione contro il Kgb è morta il 20 maggio (2021, ndr) perché sapeva troppe cose. Inoltre la censura distrugge ogni contatto sociale coi parenti perché non invia le lettere che io scrivo e non recapita a me le lettere che ricevo da fuori. I miei parenti hanno smesso di avere relazioni con me dal 2014 ad oggi perché hanno paura della repressione.

La repressione colpisce anche i familiari

L’obiettivo principale delle repressioni è costringere le persone ad accettare la propria colpa e chiedere la Grazia al presidente, perdendo ogni possibilità di riabilitarsi in futuro. Un altro obiettivo è screditare, umiliare e indebolire una persona, perché sai sempre che, in ogni caso, possono sottoporre a repressione tua moglie, i tuoi figli o i tuoi genitori anziani. I tuoi parenti vengono licenziati, i tuoi figli espulsi dalle università. Gli agenti del Kgb cercavano di costringermi a testimoniare il falso contro i colleghi dell’Accademia delle Scienze perché, in questo modo, avrebbero potuto scoprire un gruppo criminale organizzato, ovviamente finto, e fare carriera interna ottenendo gradi e premi. Inoltre le forze dell’ordine cercano di costruire relazioni con i prigionieri comuni e collaborare con loro, chiedendo loro di aggredire i prigionieri politici.

Le repressioni riguardano tra l’altro anche i rifugiati politici all’estero. I servizi speciali bielorussi sono ormai presenti in tanti Paesi europei e causano pericolo anche per le persone del luogo. L’esempio di questo è la vicenda del volo Ryanair (Roman Protasevich, il “bersaglio” a causa del quale l’aereo è stato dirottato per poterlo arrestare a Minsk, era stato pedinato ad Atene, ndr).

Boicottaggio economico

Di conseguenza le nostre proteste pacifiche e il nostro aperto disaccordo si sono evoluti. Ormai siamo tutti partigiani che cercano di continuare la nostra attività di lotta, perché abbiamo capito che i fiori e i sorrisi non bastano per sconfiggere la dittatura. Seguendo le parole di Svetlana Tikanovskaja e del suo team, i cittadini bielorussi hanno deciso di intraprendere il percorso delle sanzioni economiche interne. Ad esempio, prelevano tutti i soldi dalle banche statali o dichiarano reddito pari a zero, o ancora sfruttano tutti i giorni di ferie e organizzano scioperi. Oggi speriamo che, finalmente, l’Unione europea e Biden stabiliranno sanzioni serie contro questo regime.

Voglio anche sottolineare che i dittatori, nel mondo, si sostengono a vicenda e uccidono i migliori di noi, le persone più intelligenti e dignitose. Nel frattempo, i sostenitori della democrazia non sono pronti a lavorare in modo strutturato e organizzato. Tutto il tempo che si perde nel prendere decisioni sul da farsi permette ai dittatori di adattarsi alle nuove condizioni, riorganizzare risorse e forze e nascondere ciò che hanno rubato negli anni. Di conseguenza, nei Paesi sotto dittatura vi è anche il rischio della nascita di nuove schiavitù, perché questi dittatori ci dividono e ci “governano”. Pensateci, riflettete su dove stiamo andando.

 

 

Fonte: today.it – Mikhail Zhemchuzhny

 

* Mikhail Zhemchuzhny, nato nel 1955, è un professore universitario e dissidente bielorusso. Nel 2006 è stato incriminato dal Kgb (i servizi segreti bielorussi). Gli è stato offerto di testimoniare contro i superiori e, quando ha rifiutato, è stato condannato a cinque anni con accuse pretestuose. Dopo il rilascio ha fondato “Platform Innovation”, una organizzazione per difendere i diritti dei carcerati. Il secondo arresto risale al 2015. E’ stato rilasciato nuovamente nel mese di febbraio del 2021. Il 14 giugno 2021 è stato ospite di un dibattito online, “Focus Bielorussia”, moderato da Massimiliano Melley (Today.it) e Yuri Guaiana (+Europa), che ha visto tra gli altri la partecipazione di Riccardo Magi, deputato, e Caterina Shulha, attrice e regista. Questa è stata la sua testimonianza

Redazione OSAPPoggi

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