Olimpia Bossi, procuratore capo di Verbania, intanto, ha ripreso il lavoro sulle carte dell’inchiesta. L’esito dell’udienza di convalida, con la decisione del gip Buonamici che di fatto ha ribaltato l’impostazione della sua inchiesta concedendo la libertà a due degli indagati e disponendo i domiciliari per il terzo, non è passato senza lasciare segni. Ma la procuratrice già nella notte di sabato aveva ribadito con forza il suo convincimento, e anche ieri sera in una intervista televisiva ha detto che nel provvedimento del giudice “è mancata una visione di insieme nell’esaminare la concatenazione logica degli elementi che abbiamo raccolto. Se analizzati singolarmente perdono forza”. Quali sono le contestazioni che il gip ha mosso alla Procura? Sono, in realtà, su più piani, di sostanza e di forma.
Già in premessa, il giudice osserva che “il fermo è stato eseguito al di fuori dei casi previsti dalla legge e non può essere convalidato. Difettava infatti il pericolo di fuga, presupposto indefettibile per procedere al fermo di indiziati di reato”. É palese – secondo il giudice – la “totale irrilevanza” del riferimento fatto dai Pm di Verbania al “clamore mediatico nazionale e internazionale” dell’incidente della funivia del Mottarone per sostenere il “pericolo di fuga” dei tre fermati. Non si può – conclude il gip – far ricadere su un indagato il “clamore mediatico”.
Oggi, come riporta il quotidiano la Repubblica, in procura è la giornata del vertice tra il consulente Giorgio Chiandussi, professore del Politecnico di Torino, nominato per accertare le cause dell’incidente della funivia e investigatori e inquirenti, coordinati dalla procuratrice Olimpia Bossi. Un incontro che servirà per iniziare a mettere nero su bianco gli elementi tecnici su cui verterà il quesito della consulenza nella forma dell’accertamento irripetibile. Gli accertamenti in vista, ha spiegato Bossi, sono “finalizzati a capire perché la fune si è rotta e si è sfilata e se il sistema frenante aveva dei difetti”. Tema d’indagine è pure sapere se è accaduto e quando, come indicato da Tadini, il blocco della cabina dovuto alla “pressione dei freni” che scendeva “a zero”. Dopo questi controlli, potrebbero arrivare nuovi avvisi di garanzia.